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Virtus, l'appello di Smodis ai tifosi

"In questa situazione ci serve il vostro appoggio"

Il termine di paragone delle discussioni e dei quesiti, degli ultimi giorni, è l'11 marzo 2002. La Virtus gioca in casa con Trieste, Messina è appena stato esonerato: il pubblico del PalaMalaguti invade il campo.
La maggioranza lo fa in modo pacifico. Altri, invece, si sfogano contro il presidente e la sua famiglia.
«Si ripeteranno gli eventi», il tormentone «festivo» della Città dei Canestri? Stasera, oltre a un pubblico meno numeroso (a meno di clamorose sorprese), c'è un appello in più. Quello di Matjaz Smodis, che a 23 anni si trova comunque a rivestire i panni di “vecchio” del gruppo. Un volto amato (possiamo aggiungere simpatico e rassicurante?) per la tifoseria. Un parere ascoltato, come potrebbero essere quelli di Rigaudeau, Frosini o Andersen (i “vecchi”, insomma). Dopo il ko con Cantù, Matjaz si è esposto parlando esplicitamente dei problemi di inserimento (di rendimento e di atteggiamento) dei nuovi bianconeri.
Ieri Smodis s'è scusato perché, spiega, certe cose doveva dirle ai diretti interessati, tra le quattro mura dello spogliatoio. Ma in fondo, Matjaz, ha fatto solo come il Grillo Parlante con Pinocchio: espresso concetti sensati e critiche che tutti, dal primo all'ultimo degli abbonati (compreso chi ha deciso di restar fuori), possono sottoscrivere.
Matjaz lo dirà ai nuovi – continua a non far nomi, ma i riferimenti sono chiari – in questi giorni. Intanto, lui – distorsione alla caviglia sinistra, in forse per questa sera, così come Sekularac, che lamenta lo stesso problema – lancia il suo proclama. «Spiace anche a me che Ettore e Brunamonti non ci siano più – commenta – ma dobbiamo andare avanti. Posso capire chi, per protesta, decide di star fuori. Ma chiedo a quelli che vengono, di starci vicino. Di farsi sentire. La stagione è iniziata male ed è proseguita peggio. Dobbiamo ritrovare entusiasmo e solo i tifosi possono aiutarci. L'altra sera un giocatore, appena uscito, s'è beccato i fischi di 2.000 persone. Capisco quello che possono provare i tifosi. Ma se vogliono aiutarci veramente non possono che schierarsi dalla parte della Virtus. Se non riusciamo a ritrovare l'entusiasmo la situazione non potrà che peggiorare».
Un vero proclama che va ad aggiungersi agli umori di una piazza – quella che va a palazzo, almeno – disposta, sulla carta, a concedere qualche altra chance (diciamo le prossime tre partite, che dovrebbero trasformarsi in altrettante vittorie) al gruppo. Ma dipenderà anche dall'approccio dei dieci di questa sera. Se la Virtus dovesse trovarsi sotto di brutto con Biella – usiamo, come termine di paragone, il –18 accusato a un certo punto con Cantù – allora la famosa “catena”, già lenta di suo, potrebbe scendere…
Smodis, che ieri non si è allenato, stringerà i denti, Sekularac farà altrettanto. Ieri, all'Arcoveggio, c'era anche il presidente, Madrigali. E Bianchini? Valerio, per fotografare il momento bianconero, passa da Edgar Lee Masters a Winston Churchill. E come l'ex premier britannico è pronto a imbracciare il fucile. «Giusta o sbagliata che sia – dice il Vate – questa è la mia terra». E come Churchill, contestato di fronte al bombardamento dei tedeschi e delle V2, proverà a difendere il suo territorio.

Alessandro Gallo


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