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Carifac, accordo con Carney

L'americano messo sotto contratto per un mese

A Varese con lo spirito di sempre. Quello di non voler ammainare bandiera bianca prima ancora di scendere sul parquet, ma anche con l'inevitabile consapevolezza di un roster troppo ristretto per poter confidare nel miracolo. La solita storia per una Carifac che stasera (ore 20,30, diretta su Rc1) in suolo lombardo manda in scena l'ennesimo atto del suo infinito supplizio.
Gorenc immarcabile. Sulla carta la Metis è forse la rivale più abbordabile di quelli affrontati da un mese a questa parte, ma tatticamente ha una pedina difficilissima da incastrare nel puzzle difensivo fabrianese. «Boris Gorenc è troppo veloce per Gattoni, troppo potente per Nunez e Balliro», spiega coach Carmenati. «Partiamo, quindi, dal presupposto che faremo molta fatica a limitarlo e forse sarà il caso di concentrarsi maggiormente sul contenimento degli altri. Ci proveremo, come sempre impegnati a non volerci rassegnare all'evidenza, sebbene i vari LaRue, Conti, Vescovi e compagnia in casa spesso sanno esprimersi su ottimi livelli. E di motivazioni stavolta ne avranno diverse sia per mettere un cuscinetto di sicurezza in classifica tra loro e l'ultima posizione, sia per riscattarsi dopo la 'serataccia' di Napoli».
Arriva Carney. Per il resto… clamoroso al «Cibali». La Carifac, infatti, ha appena concretizzato un movimento in entrata, piccolo raggio di sole che timidamente si fa largo nella tempesta societaria. E' bastato il solo allenamento di martedì sera perché la dirigenza decidesse di mettere sotto contratto il quasi 35enne Steve Carney, ex Jesi, con un accordo mensile. Da qui a fine gennaio l'americano di passaporto portoghese sarà con il gruppo e conta di debuttare domenica al PalaGuerrieri nello scontro salvezza con la Snaidero, sempre che arrivi in tempo il «nulla osta» da Israele.
Ma non basta. Domani Carney tornerà a lavorare con i suoi nuovi compagni e sa già cosa vuole da lui il suo nuovo tecnico. «Gli ho detto — sottolinea Carmenati — che nelle condizioni attuali abbiamo più bisogno di un'ala piccola, piuttosto che di un lungo vero e proprio. Lui in carriera ha sempre giocato sotto, vedremo se riuscirà ad adattarsi sul perimetro, oppure se dovremo trovare nuove soluzioni. Certo, un uomo in più in fase di emergenza assoluta fa sempre comodo, ma non possiamo chiedere la luna a Carney. Non dimentichiamoci che ci mancano sempre Hulett e Porter, ovvero due dei nostri tre esterni titolari attorno ai quali era stata costruita la squadra e che Nunez e Gattoni sono costretti puntualmente agli straordinari. Ripeto, la priorità era e resta di rinforzare la batteria perimetrale».
Alessandro Di Marco
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