UDINE. Della truppa dei giocatori arancione Mihail Mikhailov è l’ultimo arrivato, ma ne ha già viste di tutti i colori. Giunto a Udine solo due settimane fa, ha già visto il cambio dell’allenatore, la partenza di Mulaomerovic verso il Real Madrid in cui il centro russo ha già militato anni addietro, l’addio e il repentino rientro di Burke, la vittoria della Snaidero in coppa contro l’Ural Great Perm, squadra in cui Misha militava l’anno scorso, e la sconfitta in campionato ad Avellino, pesante per le conseguenze che ha avuto. Ha passato la settimana scorsa ad allenarsi assieme ad altri tre compagni per la chiamata nelle varie nazionali degli altri.
Mikhailov, dopo una manciata di giorni in Friuli, a dir poco movimentati, cosa le passa per la testa?
«Difficile dirlo, anche perché la situazione della squadra è piuttosto complicata».
Lei è arrivato in un momento di cambiamenti radicali in seno alla squadra: come valuta la Snaidero sul campo?
«Ritengo, e ne sono convinto, che questa sia una buona formazione. Vanta in organico giocatori più che discreti, sia dal punto di vista tecnico, sia sotto l’aspetto fisico e atletico».
Cosa manca allora alla Snaidero, ultima in classifica in A, per emergere?
«Penso che serva una migliore organizzazione sul campo, una chimica di squadra più efficace. Se, d’ora in poi, tutti c’impegniamo per remare nella stessa direzione, allora i risultati arriverranno. Non occorre pensare a grosse rivoluzioni o cambiamenti: basta concentrarsi sulle piccole cose che possono fare la differenza in positivo e consentirci di giocare meglio».
È la ricetta per uscire dalla crisi di risultati?
«Dopo l’arrivo del nuovo allenatore, ci vorrà qualche partita affinché la Snaidero possa assimilare i cambiamenti e possa acquisire la mentalità vincente che è necessaria per tirarsi fuori da questo momento negativo».
Sono pure fondamentali quegli uomini che giocano per la squadra, proprio come lei.
«Il mio ruolo è sempre stato quello di aiutare la squadra, con difesa, rimbalzi e punti quando servono. La Snaidero mi ha chiamato per giocare duro e rendermi utile alla causa. Non mi tiro indietro e mi piace coprire questo ruolo; l’unico problema è che ero fermo dal 25 giugno scorso, al tempo della finale del campionato russo, e sono ancora alla ricerca della giusta confidenza con il campo, che arriverà con il tempo e giocando».
Ala forte o centro?
«Nella mia carriera ho sempre giocato da centro, ma qui mi posso anche adattare a fare il numero 4. Più che un’ala forte, sono un’ala pesante e molto potente».
Francesco Tonizzo
Mikhailov, dopo una manciata di giorni in Friuli, a dir poco movimentati, cosa le passa per la testa?
«Difficile dirlo, anche perché la situazione della squadra è piuttosto complicata».
Lei è arrivato in un momento di cambiamenti radicali in seno alla squadra: come valuta la Snaidero sul campo?
«Ritengo, e ne sono convinto, che questa sia una buona formazione. Vanta in organico giocatori più che discreti, sia dal punto di vista tecnico, sia sotto l’aspetto fisico e atletico».
Cosa manca allora alla Snaidero, ultima in classifica in A, per emergere?
«Penso che serva una migliore organizzazione sul campo, una chimica di squadra più efficace. Se, d’ora in poi, tutti c’impegniamo per remare nella stessa direzione, allora i risultati arriverranno. Non occorre pensare a grosse rivoluzioni o cambiamenti: basta concentrarsi sulle piccole cose che possono fare la differenza in positivo e consentirci di giocare meglio».
È la ricetta per uscire dalla crisi di risultati?
«Dopo l’arrivo del nuovo allenatore, ci vorrà qualche partita affinché la Snaidero possa assimilare i cambiamenti e possa acquisire la mentalità vincente che è necessaria per tirarsi fuori da questo momento negativo».
Sono pure fondamentali quegli uomini che giocano per la squadra, proprio come lei.
«Il mio ruolo è sempre stato quello di aiutare la squadra, con difesa, rimbalzi e punti quando servono. La Snaidero mi ha chiamato per giocare duro e rendermi utile alla causa. Non mi tiro indietro e mi piace coprire questo ruolo; l’unico problema è che ero fermo dal 25 giugno scorso, al tempo della finale del campionato russo, e sono ancora alla ricerca della giusta confidenza con il campo, che arriverà con il tempo e giocando».
Ala forte o centro?
«Nella mia carriera ho sempre giocato da centro, ma qui mi posso anche adattare a fare il numero 4. Più che un’ala forte, sono un’ala pesante e molto potente».
Francesco Tonizzo