Sì, Basket City è ammalata, la guarigione è possibile già anche quest'anno, ma la convalescenza sarà lunga. Questa è la conclusione a cui sono arrivati i relatori dell'interessantissimo incontro (il primo aperto al pubblico) proposto dal Panathlon Club Bononia in collaborazione con l'U.S.A.P. e l'Amarcord Basket Club sul tema quanto mai attuale: Basket City, è ancora crisi ?» con Franco Montorro quale moderatore.
Bologna non è più dunque un'isola felice neanche nel basket. «Eravamo abituati ad essere la lepre ed ora invece dobbiamo fare i cacciatori- ha sottolineato il coach Stefano Michelini nel suo intervento – E' una realtà che non tutti sanno accettare e mi riferisco non solo ai tifosi ma anche ai dirigenti. La Bologna bianconera ha avuto l'allenatore che è «il migliore tra i migliori», ma ora deve avere pazienza e fiducia». Per Mauro Di Vincenzo, l'allenatore bolognese che ha il record di presenze sulla panchina biancoblù ma che è stato anche tecnico in casa Virtus, le cause vanno ricercate anche nella differenza di stile che è maturata nel clan bianconero «Con Porelli non era permesso andare in campo con la barba. Può sembrare una sciocchezza, ma era sinonimo della presenza e del rispetto delle regole. In questi ultimi tempi in Virtus il cambio di gestione ha portato mutamenti notevoli con un calo di abbonati che non si può che definire devastante.» Gianni Corsolini, presidente USAP, ha pure individuato, come cause principali della evidente crisi che attanaglia le due società bolognesi, la mancanza di continuità «Il famoso miracolo di Cantù lo si deve al fatto che per 14 anni rimasero praticamente gli stessi uomini» e la scarsa prolificità dei vivai nostrani «I giovani non sbocciano perché non si cercano e perché non si dà loro tempo e spazio per maturare.»
Mario Becca
Bologna non è più dunque un'isola felice neanche nel basket. «Eravamo abituati ad essere la lepre ed ora invece dobbiamo fare i cacciatori- ha sottolineato il coach Stefano Michelini nel suo intervento – E' una realtà che non tutti sanno accettare e mi riferisco non solo ai tifosi ma anche ai dirigenti. La Bologna bianconera ha avuto l'allenatore che è «il migliore tra i migliori», ma ora deve avere pazienza e fiducia». Per Mauro Di Vincenzo, l'allenatore bolognese che ha il record di presenze sulla panchina biancoblù ma che è stato anche tecnico in casa Virtus, le cause vanno ricercate anche nella differenza di stile che è maturata nel clan bianconero «Con Porelli non era permesso andare in campo con la barba. Può sembrare una sciocchezza, ma era sinonimo della presenza e del rispetto delle regole. In questi ultimi tempi in Virtus il cambio di gestione ha portato mutamenti notevoli con un calo di abbonati che non si può che definire devastante.» Gianni Corsolini, presidente USAP, ha pure individuato, come cause principali della evidente crisi che attanaglia le due società bolognesi, la mancanza di continuità «Il famoso miracolo di Cantù lo si deve al fatto che per 14 anni rimasero praticamente gli stessi uomini» e la scarsa prolificità dei vivai nostrani «I giovani non sbocciano perché non si cercano e perché non si dà loro tempo e spazio per maturare.»
Mario Becca
Fonte: Il Resto del Carlino