ROMA - L’orribile prestazione di Horace Jenkins, inseme alla forzata assenza di Carlton Myers, trascina la Virtus nel baratro a Treviso. Benetton sugli scudi sabato sera, 90-68 alla fine di una partita che Roma ha tenuto in mano un tempo prima di cedere alla potenza dei tuttiverdi di Ettore Messina che hanno avuto la pazienza di difendere e aspettare gli avversari prima di colpirli. «E’ la squadra che sognavo, con tanta collaborazione tra i giocatori - ha spiegato il coach della Benetton - una squadra che ha sempre il desiderio di fare uno sforzo difensivo». Notte da dimenticare, invece, per Roma e per il suo play utilizzato spesso nel ruolo di guardia. Una bomba di Horace per aprire la sfida e prendere subito coraggio prima di vedere svaniti tutti i suoi buoni propositi. Jenkins, che la chiuso la partita con 15 punti, è stato un disastro: 4 su 21 al tiro (il 19 per cento...), 4 stoppate subite, nessuna idea davvero giusta per i compagni. Horace s’è ostinato con le sue penetrazioni, uno contro uno che, invariabilmente, non hanno trovato la giusta conclusione. Dall’altra parte ecco uno splendido Edney, vivace, spettacolare, veloce, preciso.
Roma sconfitta al Palaverde, crollata in avvio del terzo quarto scivolando indietro, troppo, senza che nessuno riuscisse ad essere leader, a scuotere la forza di una squadra che, però, non è certo in alta classifica per caso. Colpe sue, della Virtus, di una notte storta, di Jenkins inconcludente, ma anche di un arbitraggio insufficiente e strano, con i tre direttori di gara (Colucci, Borroni e Sardella) che hanno lasciato picchiare i trevigiani fischiando solo falli ai lunghi di Roma (qualche volta falli subìti...). Arbitri troppo casalinghi, non certo quello che ci voleva per una sfida così delicata. Precisiamo: Roma non ha perso per i fischi sballati; gli arbitri non hanno però usato lo stesso metro per le due contendenti.
Una battuta d’arresto, non un dramma per la Virtus che rimane ancorata al secondo posto. Roma paga i peccati di Jenkins, un giocatore che ha qualità ma non ancora l’esperienza giusta per la A1 e che qualche volta (esagerando) ama andare sopra le righe. Ma paga, la squadra di Piero Bucchi, anche l’ancora scarsa abitudine - questione d’esperienza anche qui - a giocare partite così cariche di significato. «Se vogliamo competere a questi livelli - ha spiegato Bucchi - trasferte come quella di Treviso dobbiamo affrontarle con un altro approccio. Nessun dramma per la sconfitta: niente euforia dopo le vittorie, niente disperazione adesso. Abbiamo perso a Treviso contro una delle prime squadre d’Europa».
Treviso davanti a tutte, 4 punti di vantaggio («è presto per parlare di fuga» ha chiarito Messina), Roma agganciata al secondo posto da Milano e Roseto grazie alle vittorie rispettivamente con Viola e Cantù mentre a Bologna il derby ha visto il successo della Fortitudo contro le Vu nere che ancora non hanno trovato, dopo tre mesi di mercato aperto, la giusta rosa. Ma per i giochi importanti c’è tempo. la festa non sarà a Natale, si farà a Pasqua.
Carlo Santi
Roma sconfitta al Palaverde, crollata in avvio del terzo quarto scivolando indietro, troppo, senza che nessuno riuscisse ad essere leader, a scuotere la forza di una squadra che, però, non è certo in alta classifica per caso. Colpe sue, della Virtus, di una notte storta, di Jenkins inconcludente, ma anche di un arbitraggio insufficiente e strano, con i tre direttori di gara (Colucci, Borroni e Sardella) che hanno lasciato picchiare i trevigiani fischiando solo falli ai lunghi di Roma (qualche volta falli subìti...). Arbitri troppo casalinghi, non certo quello che ci voleva per una sfida così delicata. Precisiamo: Roma non ha perso per i fischi sballati; gli arbitri non hanno però usato lo stesso metro per le due contendenti.
Una battuta d’arresto, non un dramma per la Virtus che rimane ancorata al secondo posto. Roma paga i peccati di Jenkins, un giocatore che ha qualità ma non ancora l’esperienza giusta per la A1 e che qualche volta (esagerando) ama andare sopra le righe. Ma paga, la squadra di Piero Bucchi, anche l’ancora scarsa abitudine - questione d’esperienza anche qui - a giocare partite così cariche di significato. «Se vogliamo competere a questi livelli - ha spiegato Bucchi - trasferte come quella di Treviso dobbiamo affrontarle con un altro approccio. Nessun dramma per la sconfitta: niente euforia dopo le vittorie, niente disperazione adesso. Abbiamo perso a Treviso contro una delle prime squadre d’Europa».
Treviso davanti a tutte, 4 punti di vantaggio («è presto per parlare di fuga» ha chiarito Messina), Roma agganciata al secondo posto da Milano e Roseto grazie alle vittorie rispettivamente con Viola e Cantù mentre a Bologna il derby ha visto il successo della Fortitudo contro le Vu nere che ancora non hanno trovato, dopo tre mesi di mercato aperto, la giusta rosa. Ma per i giochi importanti c’è tempo. la festa non sarà a Natale, si farà a Pasqua.
Carlo Santi
Fonte: Il Messaggero