TREVISO. Un rullo compressore azionato da un diesel: inizio difficile, il motore che tossisce e procede a sbalzi. Poi tutto entra splendidamente a regime e fila che è un piacere, travolgendo ogni ostacolo. Questa è la Benetton di oggi, una macchina da canestri a cui per carburare serve un po' di tempo, squadra talvolta lenta a mettersi in moto ma alla lunga capace di dare spettacolo: sabato sera ha imparato a conoscerla pure Roma che, seconda forza del campionato, ha subìto una bella lezione. E viene da pensare che anche con Myers la Bucchi-band avrebbe fatto la stessa fine.
Troppa infatti la differenza, basta dare un'occhiata alle cifre (e alla classifica) per comprendere la superiorità di Treviso sul resto del gruppo, che non ha ancora trovato un vero rivale dei tricolori. Avrebbe potuto esserlo Roma, ma anch'essa ne è uscita ridimensionata: e sì che aveva iniziato bene, approfittando di errori trevigiani abbastanza gratuiti, soprattutto da parte di un Langdon che sembrava con la testa ancora alla fantastica notte anti-Skipper (più semplicemente: ripetersi a quei livelli dopo tre giorni era impossibile). Roma si affida alla buona vena di Santiago e Righetti (quattro canestri di fila per il «pugile», che valgono il 13-8 al 7'), e va a segno anche Zanelli, il sostituto in quintetto di Carlton, rimasto a casa a curarsi il pollicione ferito. Treviso dunque in ritardo come l'inizio della gara, cominciata quasi alle 21 perché Tusek, schiacciando in riscaldamento, ha tirato giù il ferro. Messina dopo 6'30" getta nella mischia Dante Calabria, l'ultimo arrivato, e il paisà si presenta con una clamoroso canestro di tabella alla sirena: due ore prima aveva esordito Mario Stojic con l'Alicante, 6 punti in 6' (0/1, 1/2, 3/4) nella sconfitta 93-97 col Caceres. I verdi comunque stentano sino agli sgoccioli del primo quarto, quando mettono in funzione la loro arma letale, il tiro da tre: tre bombe, due di Nicola e una di Garbajosa (sull'ultima c'è il sorpasso, 22-21) mandano al tappeto Roma che però non è ancora ko: si rialza e continua a combattere, alle corde. Tusek fa il secondo e terzo fallo in 20", ancora Marcelo a bombardare, 27-25. Bucchi (premiato per i suoi due anni in casual) come previsto prova anche la zona 2-3, gli va bene (34-30) finché non si esaurisce la vena di Righetti, e Jenkins, fin lì bravino, non va definitivamente fuori giri di fronte ad una pressione difensiva sempre più insopportabile. Pittis comincia a mulinare le braccia, Edney a rubar palloni su palloni, Santiago ha tre falli e dopo il 34-34 del capitano (ultima parità della gara) Marconato mette il 39-36 al 18', firmando i suoi primi 1000 punti in A. Roma perde contatto, Tonolli perde la calma e si becca il tecnico. La Benetton, sia pure ancora un po' a fatica, riesce ad allungare, va al riposo sul +6 ma la sensazione è netta: Treviso sta crescendo, Roma si sta spegnendo. Nel terzo quarto il dottor Ettore Messina (stamattina a Bologna riceverà la laurea honoris causa in attività motorie dopo quella veneziana in economia e commercio) imita il discepolo ed alterna la uomo alla 2-3, quasi una primizia stagionale, tanto per vedere che effetto che fa di fronte ai tiratori di Bucchi orfani di Myers. Esiti positivi ma è tutta la Benetton a crescere in maniera esponenziale, Roma non ha mai un tiro tranquillo, ogni rimbalzo e recupero si trasforma in contropiede, nella festa si diverte anche Calabria, una cui tripla (58-43 al 26') fa capire alla Virtus che la ricreazione è terminata. C'è pure Nemeth a mettere da tre per il +22 con in campo, si badi, il secondo quintetto benettoniano. Arriva un umiliante +27 (78-51, Pittis al 33') mentre a Bologna piange anche l'altra Virtus: cercansi avversari per la Benetton in fuga, sarà questo il tema scottante dei dibattiti durante la pausa di campionato.
Silvano Focarelli
Troppa infatti la differenza, basta dare un'occhiata alle cifre (e alla classifica) per comprendere la superiorità di Treviso sul resto del gruppo, che non ha ancora trovato un vero rivale dei tricolori. Avrebbe potuto esserlo Roma, ma anch'essa ne è uscita ridimensionata: e sì che aveva iniziato bene, approfittando di errori trevigiani abbastanza gratuiti, soprattutto da parte di un Langdon che sembrava con la testa ancora alla fantastica notte anti-Skipper (più semplicemente: ripetersi a quei livelli dopo tre giorni era impossibile). Roma si affida alla buona vena di Santiago e Righetti (quattro canestri di fila per il «pugile», che valgono il 13-8 al 7'), e va a segno anche Zanelli, il sostituto in quintetto di Carlton, rimasto a casa a curarsi il pollicione ferito. Treviso dunque in ritardo come l'inizio della gara, cominciata quasi alle 21 perché Tusek, schiacciando in riscaldamento, ha tirato giù il ferro. Messina dopo 6'30" getta nella mischia Dante Calabria, l'ultimo arrivato, e il paisà si presenta con una clamoroso canestro di tabella alla sirena: due ore prima aveva esordito Mario Stojic con l'Alicante, 6 punti in 6' (0/1, 1/2, 3/4) nella sconfitta 93-97 col Caceres. I verdi comunque stentano sino agli sgoccioli del primo quarto, quando mettono in funzione la loro arma letale, il tiro da tre: tre bombe, due di Nicola e una di Garbajosa (sull'ultima c'è il sorpasso, 22-21) mandano al tappeto Roma che però non è ancora ko: si rialza e continua a combattere, alle corde. Tusek fa il secondo e terzo fallo in 20", ancora Marcelo a bombardare, 27-25. Bucchi (premiato per i suoi due anni in casual) come previsto prova anche la zona 2-3, gli va bene (34-30) finché non si esaurisce la vena di Righetti, e Jenkins, fin lì bravino, non va definitivamente fuori giri di fronte ad una pressione difensiva sempre più insopportabile. Pittis comincia a mulinare le braccia, Edney a rubar palloni su palloni, Santiago ha tre falli e dopo il 34-34 del capitano (ultima parità della gara) Marconato mette il 39-36 al 18', firmando i suoi primi 1000 punti in A. Roma perde contatto, Tonolli perde la calma e si becca il tecnico. La Benetton, sia pure ancora un po' a fatica, riesce ad allungare, va al riposo sul +6 ma la sensazione è netta: Treviso sta crescendo, Roma si sta spegnendo. Nel terzo quarto il dottor Ettore Messina (stamattina a Bologna riceverà la laurea honoris causa in attività motorie dopo quella veneziana in economia e commercio) imita il discepolo ed alterna la uomo alla 2-3, quasi una primizia stagionale, tanto per vedere che effetto che fa di fronte ai tiratori di Bucchi orfani di Myers. Esiti positivi ma è tutta la Benetton a crescere in maniera esponenziale, Roma non ha mai un tiro tranquillo, ogni rimbalzo e recupero si trasforma in contropiede, nella festa si diverte anche Calabria, una cui tripla (58-43 al 26') fa capire alla Virtus che la ricreazione è terminata. C'è pure Nemeth a mettere da tre per il +22 con in campo, si badi, il secondo quintetto benettoniano. Arriva un umiliante +27 (78-51, Pittis al 33') mentre a Bologna piange anche l'altra Virtus: cercansi avversari per la Benetton in fuga, sarà questo il tema scottante dei dibattiti durante la pausa di campionato.
Silvano Focarelli
Fonte: La Tribuna