Due debuttanti che non possono passare inosservati, Dado Lombardi e Zoran Savic. Due esordienti che hanno diversi punti in comune ma che — l'aggiornamento è di ieri — sono divisi da una differenza sostanziale.
Il primo, il Dado, può parlare; Zoran, invece, è costretto, per la decisione presa sette giorni fa, a tacere. I punti di contatto? Entrambi “rookie” a livello dirigenziale, vice presidente nonché direttore generale il bianconero, general manager il biancoblù. In più hanno alle spalle diversi derby giocati e, tutti e due, con le due diverse anime della Città dei Canestri.
Lombardi, il derby è…
«E' una partita che riveste sempre un'importanza particolare per Bologna. Uno spettacolo straordinario: mi auguro che sia un derby corretto e che lo vinca la Virtus. Anzi, più che un augurio è una speranza».
Ricorda il suo ultimo derby da giocatore…
«Li ricordo tutti, uno per uno: fantastici, sfuggivano a qualsiasi pronostico. Chi stava meglio, era in salute e aveva tutte le carte in regola per vincere, in genere, perdeva. Partite comunque irrinunciabili per gli appassionati di questa città».
L'anno scorso, di questi tempi, lei era l'uomo che forniva, agli spettatori televisivi italiani, qualcosa in più alle telecronache di Franco Lauro. Oggi, complice lo sciopero dei giornalisti, il derby sarà una cosa per pochi intimi.
«Beh, mi dispiace per il resto d'Italia, ma al PalaDozza saremo tanti».
Ricorda quel 19 marzo 1972?
«Che accadde?».
Le cronache dell'epoca narrano che ottomila persone assistettero alla vittoria dell'Eldorado che espugnò il campo della Norda. Per lei, con la maglia Fortitudo, solo due punti. Ma senza quelli sarebbe stato supplementare, la gara finì 59-61.
«Saranno stati due punti importanti».
Lei e Savic, storie curiose non trova?
«Ho una proposta».
La faccia.
«Il derby ce lo giochiamo io e lui, sul parquet».
Ancora in campo?
«Va bene, solo al tiro».
La distanza?
«Il tiro da tre. Lui ogni tanto — sia chiaro che la mia è sola una proposta scherzosa — li sbagliava. Io da quella distanza l'ho sempre messa».
Pronostico?
«Ma che pronostico volete che faccia. Sarà un derby come quelli passati, sofferti. Che magari troverà un protagonista insperato, proprio nelle ultime battute».
Derby equilibrato, dunque.
«Lo vedo aperto a qualsiasi soluzione».
Dovesse indicare un giocatore speciale?
«Dico Rigaudeau».
Che con il Cska ha sbagliato tutto.
«E' un essere umano. Se non sbagliasse mai sarebbe un robot. Lui ha un'esperienza straordinaria e il tocco di talento».
Ma chi perde, intanto, rischia di star fuori dalla final eight di Coppa Italia.
«Di queste cose non voglio parlare. Per le questioni tecniche c'è Tanjevic. La mia, lo ripeto, è stata una chiacchierata di colore su questo derby che tutti aspetto. Posso aggiungere ancora una cosa».
Prego.
«Sono sicuro che sarà una grande partita. E che vincerà la sportività di questa città».
Alessandro Gallo
Il primo, il Dado, può parlare; Zoran, invece, è costretto, per la decisione presa sette giorni fa, a tacere. I punti di contatto? Entrambi “rookie” a livello dirigenziale, vice presidente nonché direttore generale il bianconero, general manager il biancoblù. In più hanno alle spalle diversi derby giocati e, tutti e due, con le due diverse anime della Città dei Canestri.
Lombardi, il derby è…
«E' una partita che riveste sempre un'importanza particolare per Bologna. Uno spettacolo straordinario: mi auguro che sia un derby corretto e che lo vinca la Virtus. Anzi, più che un augurio è una speranza».
Ricorda il suo ultimo derby da giocatore…
«Li ricordo tutti, uno per uno: fantastici, sfuggivano a qualsiasi pronostico. Chi stava meglio, era in salute e aveva tutte le carte in regola per vincere, in genere, perdeva. Partite comunque irrinunciabili per gli appassionati di questa città».
L'anno scorso, di questi tempi, lei era l'uomo che forniva, agli spettatori televisivi italiani, qualcosa in più alle telecronache di Franco Lauro. Oggi, complice lo sciopero dei giornalisti, il derby sarà una cosa per pochi intimi.
«Beh, mi dispiace per il resto d'Italia, ma al PalaDozza saremo tanti».
Ricorda quel 19 marzo 1972?
«Che accadde?».
Le cronache dell'epoca narrano che ottomila persone assistettero alla vittoria dell'Eldorado che espugnò il campo della Norda. Per lei, con la maglia Fortitudo, solo due punti. Ma senza quelli sarebbe stato supplementare, la gara finì 59-61.
«Saranno stati due punti importanti».
Lei e Savic, storie curiose non trova?
«Ho una proposta».
La faccia.
«Il derby ce lo giochiamo io e lui, sul parquet».
Ancora in campo?
«Va bene, solo al tiro».
La distanza?
«Il tiro da tre. Lui ogni tanto — sia chiaro che la mia è sola una proposta scherzosa — li sbagliava. Io da quella distanza l'ho sempre messa».
Pronostico?
«Ma che pronostico volete che faccia. Sarà un derby come quelli passati, sofferti. Che magari troverà un protagonista insperato, proprio nelle ultime battute».
Derby equilibrato, dunque.
«Lo vedo aperto a qualsiasi soluzione».
Dovesse indicare un giocatore speciale?
«Dico Rigaudeau».
Che con il Cska ha sbagliato tutto.
«E' un essere umano. Se non sbagliasse mai sarebbe un robot. Lui ha un'esperienza straordinaria e il tocco di talento».
Ma chi perde, intanto, rischia di star fuori dalla final eight di Coppa Italia.
«Di queste cose non voglio parlare. Per le questioni tecniche c'è Tanjevic. La mia, lo ripeto, è stata una chiacchierata di colore su questo derby che tutti aspetto. Posso aggiungere ancora una cosa».
Prego.
«Sono sicuro che sarà una grande partita. E che vincerà la sportività di questa città».
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino