TRIESTE - Ci sono la Coppa Uleb, la Coppa Italia, il campionato italiano e il torneo friulgiuliano. Il successo della Pallacanestro Trieste vale il doppio perché il match di ieri era valido per entrambe le ultime due manifestazioni. Un tempo di spettacolo, un tempo di emozioni: il concentrato di basket elargito al PalaTrieste ha accontentato i tifosi di entrambe le fazioni e ha mandato negli spogliatoi venti giocatori con la coscienza a posto per aver fatto il proprio dovere.
La partita resta in bilico quasi fino alle ultime battute. Con una poderosa schiacciata di Roberson che manda in solluchero i supporters di casa, i biancorossi pensavano di aver chiuso la gara già a 4’50” dalla sirena: 80-68 con un crescendo triestino che pare non poter conoscere tonfi. In questo frangente però la differenza la fanno i lunghi. Alexander, dopo non pochi momenti di torpore, realizza due canestri di fila inframmezzati da due tiri liberi. Dovrebbe ribattere sull’altro versante Podestà, solito a uscire, anche nelle prime partite di questo campionato così come negli anni scorsi, alla distanza. E Samuele invece, potenzialmente in grado di fare la differenza, è in ritardo su ogni pallone, fallisce il tiro che può ricacciare indietro la Snaidero e dà l’opportunità all’altro lungo arancione, Jeffrey Stern, di coronare nel giro di non più di un minuto e mezzo lo 0-8 che riporta sotto a sorpresa i friulani.
Scende il gelo nel palazzetto e anche le mani dei giocatori si fanno improvvisamente di ghiaccio. Tira ancora Podestà: fuori! Ancora Alexander: fuori! Roberson: fuori! Kelecevic è un ariete sgraziato, va dentro a sghimbescio, tira dal lato destro usando il tabellone servendosi della mano sinistra, azione bandita anche dagli istruttori di minibasket. Eppure è non solo clamorosamente utile, ma forse in questi frangenti, causa l’assenza di Erdmann, è anche l’unico uomo in grado di decidere la gara. Si prende tutta la responsabilità e rompe il ghiaccio allungando a più 6.
Poi si rimette in moto la giostra degli errori e degli orrori, ma il cronometro gioca a favore di Trieste che è di nuovo in fuga. Sbagliano nell’ordine Alexander, Maric, ancora Alexander che forse presuntuosamente pensa di essere diventato infallibile, e lo stesso Kelecevic. Anche Udine ha un uomo in grado di decidere la gara. Non è un uomo, ma solo un ragazzo di 18 anni. Si chiama Alexander Vujacic, è sloveno e da solo vale mezza squadra o forse più. Da quanto si è visto ieri, non sembra esserci alcuna ragione per tenerlo spesso fuori squadra come invece fa Udine per non superare il numero di extracomunitari ammessi a referto. Concluderà con 16 punti, 5 rimbalzi e 3 recuperi. Nel momento in cui sbaglia anche lui la conclusione, la Snaidero capisce di aver perso. Dall’altra parte c’è «toro loco» Kelecevic: razzola il terreno e si butta dentro a testa bassa. Trasforma il più 8 a 32” dalla sirena, poi conclude in gloria con un tap-in.
A creare i break biancorossi è la premiata ditta Sinisa&Terrance. Se Kelecevic è un cavallo pazzo che gioca in orizzontale, Roberson è un canguro folle che semina a balzi gli avversari. In apertura dell’ultimo quarto va a canestro, poi seve un assist per Casoli, prima di insaccare anche la schiacciata del più 12. In questa fase entrambe le formazioni difendono per alcune azioni con la zona match-up, ma sono migliori i frutti che ottiene Trieste.
Solo in un’altra fase della gara, in apertura del terzo quarto, quando per 2’04” nessuna delle contendenti va a segno, sono le difese ad avere il sopravvento. Per il resto il gioco si srotola con fiammate pirotecniche. I bagliori si sprigionano fin dai primi minuti: Vujacic, bomba. Mulaomerovic , bomba. Kelecevic, bomba. Ancora Mulaomerovic, bomba. Maric, bomba. In un battibaleno lo score schizza sul 18-17. Non sono passati che quattro minuti, grande spettacolo al PalaTrieste. Roberson, 10 punti in 8 minuti sembra inarrestabile.
I biancorossi tentano la prima fuga già nel secondo quarto, anche in questo frangente grazie a 5 punti di fila di Kelecevic che porta i triestini avanti 45-38. Il massimo vantaggio di questa fase lo fissa Cavaliero sul 49-40. Pancotto a tratti schiera anche il doppio play Maric-Cavaliero, lo stesso fa Frates con Mulaomerovic-Burke. Il croato però abbandona presto la leadership e si perde nei meandri della gara. Trieste prova anche a schierare numero 3 Casoli che in difesa si deve produrre nella difficile marcatura di Mian che però in qualche frangente si marca da solo.
Il temperamento biancorosso emerge alla distanza in una gara delicata per tre motivi: era un derby, Trieste era priva del suo principale terminale offensivo, Erdmann, e si trovava in un periodo di involuzione tecnica. Con il successo di ieri può continuare a battersi nella metà alta della classifica.
Silvio Maranzana
La partita resta in bilico quasi fino alle ultime battute. Con una poderosa schiacciata di Roberson che manda in solluchero i supporters di casa, i biancorossi pensavano di aver chiuso la gara già a 4’50” dalla sirena: 80-68 con un crescendo triestino che pare non poter conoscere tonfi. In questo frangente però la differenza la fanno i lunghi. Alexander, dopo non pochi momenti di torpore, realizza due canestri di fila inframmezzati da due tiri liberi. Dovrebbe ribattere sull’altro versante Podestà, solito a uscire, anche nelle prime partite di questo campionato così come negli anni scorsi, alla distanza. E Samuele invece, potenzialmente in grado di fare la differenza, è in ritardo su ogni pallone, fallisce il tiro che può ricacciare indietro la Snaidero e dà l’opportunità all’altro lungo arancione, Jeffrey Stern, di coronare nel giro di non più di un minuto e mezzo lo 0-8 che riporta sotto a sorpresa i friulani.
Scende il gelo nel palazzetto e anche le mani dei giocatori si fanno improvvisamente di ghiaccio. Tira ancora Podestà: fuori! Ancora Alexander: fuori! Roberson: fuori! Kelecevic è un ariete sgraziato, va dentro a sghimbescio, tira dal lato destro usando il tabellone servendosi della mano sinistra, azione bandita anche dagli istruttori di minibasket. Eppure è non solo clamorosamente utile, ma forse in questi frangenti, causa l’assenza di Erdmann, è anche l’unico uomo in grado di decidere la gara. Si prende tutta la responsabilità e rompe il ghiaccio allungando a più 6.
Poi si rimette in moto la giostra degli errori e degli orrori, ma il cronometro gioca a favore di Trieste che è di nuovo in fuga. Sbagliano nell’ordine Alexander, Maric, ancora Alexander che forse presuntuosamente pensa di essere diventato infallibile, e lo stesso Kelecevic. Anche Udine ha un uomo in grado di decidere la gara. Non è un uomo, ma solo un ragazzo di 18 anni. Si chiama Alexander Vujacic, è sloveno e da solo vale mezza squadra o forse più. Da quanto si è visto ieri, non sembra esserci alcuna ragione per tenerlo spesso fuori squadra come invece fa Udine per non superare il numero di extracomunitari ammessi a referto. Concluderà con 16 punti, 5 rimbalzi e 3 recuperi. Nel momento in cui sbaglia anche lui la conclusione, la Snaidero capisce di aver perso. Dall’altra parte c’è «toro loco» Kelecevic: razzola il terreno e si butta dentro a testa bassa. Trasforma il più 8 a 32” dalla sirena, poi conclude in gloria con un tap-in.
A creare i break biancorossi è la premiata ditta Sinisa&Terrance. Se Kelecevic è un cavallo pazzo che gioca in orizzontale, Roberson è un canguro folle che semina a balzi gli avversari. In apertura dell’ultimo quarto va a canestro, poi seve un assist per Casoli, prima di insaccare anche la schiacciata del più 12. In questa fase entrambe le formazioni difendono per alcune azioni con la zona match-up, ma sono migliori i frutti che ottiene Trieste.
Solo in un’altra fase della gara, in apertura del terzo quarto, quando per 2’04” nessuna delle contendenti va a segno, sono le difese ad avere il sopravvento. Per il resto il gioco si srotola con fiammate pirotecniche. I bagliori si sprigionano fin dai primi minuti: Vujacic, bomba. Mulaomerovic , bomba. Kelecevic, bomba. Ancora Mulaomerovic, bomba. Maric, bomba. In un battibaleno lo score schizza sul 18-17. Non sono passati che quattro minuti, grande spettacolo al PalaTrieste. Roberson, 10 punti in 8 minuti sembra inarrestabile.
I biancorossi tentano la prima fuga già nel secondo quarto, anche in questo frangente grazie a 5 punti di fila di Kelecevic che porta i triestini avanti 45-38. Il massimo vantaggio di questa fase lo fissa Cavaliero sul 49-40. Pancotto a tratti schiera anche il doppio play Maric-Cavaliero, lo stesso fa Frates con Mulaomerovic-Burke. Il croato però abbandona presto la leadership e si perde nei meandri della gara. Trieste prova anche a schierare numero 3 Casoli che in difesa si deve produrre nella difficile marcatura di Mian che però in qualche frangente si marca da solo.
Il temperamento biancorosso emerge alla distanza in una gara delicata per tre motivi: era un derby, Trieste era priva del suo principale terminale offensivo, Erdmann, e si trovava in un periodo di involuzione tecnica. Con il successo di ieri può continuare a battersi nella metà alta della classifica.
Silvio Maranzana
Fonte: Il Piccolo