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Montepaschi a doppia andatura

REGGIO CALABRIA — Ogni giorno, ogni allenamento, ogni partita, è una tappa di avvicinamento nel viaggio verso la ricerca di se stessi. È così anche per la Montepaschi, chiamata a viaggiare da un angolo all'altro dell'Italia e dell'Europa. Una nuova dimensione, quest'anno, visto che gran parte dei suoi giocatori di riferimento è cambiata, come pure sono cambiate e sono cresciute le ambizioni.
Ieri mattina i giocatori biancoverdi si sono alzati e lo sguardo dalla finestra si poteva rivolgere verso lo Stretto di Messina, il mare, la Sicilia. Stamani, un altro mare, quello spagnolo dove si affaccia Malaga.
Altra storia, altro appuntamento, nuovo capitolo dell'Eurolega, lontano dal Palasport di viale Sclavo, alla ricerca — domani sera — del primo successo esterno nel campionato d'Europa.
C'è però ancora il tempo di indugiare sulla riflessione di quanto successo domenica sera al PentiMele di Reggio Calabria, dove la formazione biancoverde si è come squagliata, come se sentisse l'effetto della lava incandescente che precipitava giù dall'Etna.
Squadra senz'anima, svuotata, quella mensanina, vagante sul parquet, anzi, meglio ancora, errante in stato quasi confusionario, il fantasma del gruppo smagliante che giovedì sera aveva abbattuto il gigante greco del Panathinaikos. E similmente era accaduto contro i lituani dello Zalgiris, nuovamente in viale Sclavo.
Più indizi stanno dunque costituendo una prova? Pare proprio di sì. Perché sempre più spesso le partite casalinghe diventano lo specchio di una situazione che poi si deforma ampiamente in trasferta.
A Siena, la Montepaschi scende in campo con tutte le proprie armi a disposizione, soprattutto con il giusto atteggiamento mentale e psicologico, la massima concentrazione, la massima efficienza fisica, che si sprigiona moltiplicando le proprie energie, grazie anche al sostegno del pubblico, che dà una carica e una «benzina» eccezionali.
Sollevato dal parquet di viale Sclavo, il gigante Anteo perde tutte le proprie forze, si svuota, alle prime difficoltà si fa trovare impreparato. Trova sì l'acuto del singolo, il colpo di coda che vuole essere velenoso, ma la forza del gruppo si disperde in mille rivoli, uno accanto all'altro il giocatore biancoverde sembra essere estraneo.
Dunque, da Reggio Calabria si riparte con le certezze e le sicurezze trovate contro il Panathinaikos tutte da ricercare e da ritrovare.
Nuovo punto di ripartenza, Malaga, in poche ore alla ricerca nuovamente di se stessi, dei punti e degli obiettivi comuni da raggiungere. Compito ingrato, gravoso, quello di Ergin Ataman, perché di fronte a sé ha fior di campioni, leader lo scorso anno in Europa, travi portanti di team nazionali, personalità che hanno bisogno e necessità di esprimersi, e a cui sicuramente non ha fatto bene il ko subito in quel modo a Reggio Calabria.
Evidenti le responsabilità di chi è in campo e di chi dirige e pilota dalla panchina, che fanno riflettere tutto l'ambiente biancoverde per una presa di coscienza approfondita, cui porre rimedio, per di più in tempi ristretti, obbligatoriamente.
Lavoro non facile, ma necessario, per dimostrarsi all'altezza della situazione, per rispetto di se stessi, della società biancoverde, della città, dei tifosi.
Patrizio Forci
Fonte: La Nazione
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