PESARO — Cose che capitano nel basket i capovolgimenti improvvisi, le vittorie (o le sconfitte), rocambolesche, i finali a sorpresa. Uno come quello con Napoli, però, non lo ricordavamo da tempo: un ko allucinante, che ha lasciato allibiti gli spettatori e pure gli osservatori neutrali come Marco Bonamico, ex grande del parquet e ora spalla di Franco Lauro per la Rai, che ha trasmesso il secondo tempo del match: «Devo dire che non ho visto una gran partita dal punto di vista tecnico — ha detto Bonamico —. Si è lottato, ma c'è stata poca testa da parte di tutte e due le squadre. Ha vinto la Pompea perchè ha trovato un protagonista come Dontae' Jones che l'altra sera era immarcabile, anche se la Scavolini poteva cercare di fargli commettere il quinto fallo, visto che ha giocato per lungo tempo con quattro penalità a carico. Aggiungiamoci che Pesaro s'è trovata impantanata contro la zona e la frittata è fatta: pur prendendo tiri con giocatori smarcati non è riuscita a far canestro. E questo può succedere, non è uno scandalo».
Anche Sacco concorda su alcune spigolature comuni: «Sono partite che vanno riviste al video per capire bene cos'è successo in quella frenesia finale. Mi sembra che la Scavolini ripeta comunque qualcosa che abbiamo già visto in precedenti gare, vinte o perse fa lo stesso: nei minuti conclusivi non si è ragionato granchè. Ad esempio — prosegue Sacco —, non si è riusciti a far uscire per falli Jones, che non mi pare un gran difensore, nè il tipo che si sa gestire granchè. Eppure mi sembrava una serata positiva per i biancorossi, dove si erano visti per la prima volta giocatori come Gilbert e Christoffersen capaci di portare qualcosa di positivo alla causa e così la mancanza di Beric non si era avvertita più di tanto. Io continuo a pensare che in questo sport la materia grigia è la cosa più importante, anzi fondamentale. Si dice che oggi non si gioca più coi playmaker, ma io non vedo come se ne possa fare a meno. Guardiamo Siena che senza il suo strepitoso Stefanov ha fin qui sofferto. Per me il cervello è tutto nella pallacanestro».
e.f.
Anche Sacco concorda su alcune spigolature comuni: «Sono partite che vanno riviste al video per capire bene cos'è successo in quella frenesia finale. Mi sembra che la Scavolini ripeta comunque qualcosa che abbiamo già visto in precedenti gare, vinte o perse fa lo stesso: nei minuti conclusivi non si è ragionato granchè. Ad esempio — prosegue Sacco —, non si è riusciti a far uscire per falli Jones, che non mi pare un gran difensore, nè il tipo che si sa gestire granchè. Eppure mi sembrava una serata positiva per i biancorossi, dove si erano visti per la prima volta giocatori come Gilbert e Christoffersen capaci di portare qualcosa di positivo alla causa e così la mancanza di Beric non si era avvertita più di tanto. Io continuo a pensare che in questo sport la materia grigia è la cosa più importante, anzi fondamentale. Si dice che oggi non si gioca più coi playmaker, ma io non vedo come se ne possa fare a meno. Guardiamo Siena che senza il suo strepitoso Stefanov ha fin qui sofferto. Per me il cervello è tutto nella pallacanestro».
e.f.
Fonte: Il Resto del Carlino