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Basket City, un'infermeria

BOLOGNA — Se Virtus e Fortitudo, quando tra qualche mese si cominceranno a fare i conti , saranno ancora in corsa per traguardi importanti, avranno diritto a una dose in più di applausi Perchè vorrà dire che non saranno state solo più forti delle avversarie ma anche di una jella che ormai ha davvero battuto tutti i record. E' partita la Virtus, già in estate, perdendo via via i pezzi più importanti del mosaico ( il playmaker, Becirovic, la sua alternativa naturale, Morlende e il pivot Beard) , ma non è che l'autunno abbia portato buone notizie: la guarigione di Smodis (fermo da maggio per la frattura dello scafoide della mano sinistra) è allontanata e alla lista degli infortunati in maniera seria si sono aggiunti Bowdler (ora a Siena) e Andersen
Quello che è costato rifar la squadra a ottobre inoltrato lo sa solo il presidente Madrigali che a busta paga, nonostante la risoluzione di alcuni contratti, ha ora praticamente due squadre. La Fortitudo, pur partita in ritardo non è voluta essere da meno e si sta lentamente adeguando fino a raggiungere il non disprezzabile record di tre uomini fuori all'indomani della pesante sconfitta di Cantù dove Lubos Barton si è fatto male ancor prima di cominciare a giocare. Disavventure che capitano a tutti ma certo è che Basket city è diventata una specie di trappola per chi gioca lo sport del canestro, tanto da influenzare anche Il Bignami in legadue. Domenica il Progresso ha strappato due punti importanti per uscire dalla lunga crisi ma Williams, il migliore in campo, è uscito dal Paladozza con un infortunio che lo staff sanitario sta valutando in queste ore.
Diversi i modi per uscire da queste spiacevoli situazioni. In casa Virtus Tanjevic si è dimostrato uomo adatto a traghettare una squadra oltre le difficoltà, tecniche o fisiche che siano. Lo ha già fatto da tante altre volte. Alcuni anni fa, un disperato Alberto Bucci seguì una strada diversa da quella del rabbioso silenzio di Boscia. Prese la Virtus tenuta insieme con i cerotti e approfittando di una trasferta a Pau portò la squadra a Lourdes. Chissà se furono poi la leadership di Danilovic, i rimbalzi di Binion o l'acqua miracolosa a mettere a posto tutto. Il risultato fu uno scudetto conquistato di prepotenza sulla Benetton. Ma la Skipper, purtroppo per il disperato Boniciolli, a Pau ci è già andata e sul parquet del palais des sports Scepanovic, appena rientrato dopo aver superato positivamente una fastifdiosa e dolorosa infiammazione a un ginocchio, ci ha «lasciato» una caviglia.
Gianni Cristofori
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