FABRIANO — Uno sponsor con impegno quadriennale disposto a rimpinguare sin da sùbito le casse societarie è il jolly che Antonio Ninno si dice pronto a giocarsi, ma solo qualora la città risponderà convinta al suo ultimo appello. Ieri mattina lo ha riferito in un breve incontro al presidente Giuseppe Alberti, che da par suo, imperterrito, continua la caccia ai «sostenitori»: un'impresa ardua, un ultimo baluardo contro il «game over», ma forse non un miracolo impossibile.
«Chi ci sta?». Rilancia la speranza Ninno, ma… senza esagerare. «Sulla base di questo nuovo appoggio finanziario, qualcosa si potrebbe fare. Anche operando su una base più a lungo termine. Ma, ripeto, qui bisogna coagulare le forze, stringersi un po' tutti attorno alla pallacanestro, altrimenti io da solo o comunque con pochissimi altri sostenitori non vado da nessuna parte. Altro non posso dire, se non che personalmente ce la sto mettendo tutta per evitare il peggio e in fondo non sentirmi in colpa qualora il 'peggio' dovesse materializzarsi. Per questo rinnovo l'invito ai vecchi dirigenti per contribuire a sanare il passivo che, ci tengo a sottolinearlo, quando il sottoscritto e Galassi lasciarono il testimone era di appena 300 milioni delle vecchie lire. Ma anche i 'nuovi' possono farsi avanti».
Meno tre. Ma intanto il tempo stringe la città nella morsa dell'apprensione e nella paura che venerdì sera sia davvero tutto finito. Del resto la situazione nella sua drammaticità è talmente chiara da non lasciare dubbi: o si trova il modo per appianare il milione abbondante di euro di «scoperto», oppure scatteranno a strettissimo giro di posta le procedure per la messa in liquidazione per la bandiera non solo sportiva della città. Certo, qualche giorno di proroga in caso di eventuali «schiarite» si potrebbe anche chiedere e ottenere, ma l'assemblea dei soci presso la sede della Faber sarà davvero il confine decisivo tra vita e morte. E se fosse quest'ultima la via obbligata? A quel punto toccherebbe ai massimi organi cestistici nazionali decidere il da farsi, ovvero se fungere da supervisori ad una gestione controllata mentre scattano le pratiche giudiziarie (più o meno come accaduto con Verona che ha regolarmente portato a termine la sua stagione), oppure arrivare alla – decisamente più remota – sentenza di esclusione dal campionato (immediata o a fine girone d'andata) trasformando il torneo a squadre dispari.
Alessandro Di Marco
«Chi ci sta?». Rilancia la speranza Ninno, ma… senza esagerare. «Sulla base di questo nuovo appoggio finanziario, qualcosa si potrebbe fare. Anche operando su una base più a lungo termine. Ma, ripeto, qui bisogna coagulare le forze, stringersi un po' tutti attorno alla pallacanestro, altrimenti io da solo o comunque con pochissimi altri sostenitori non vado da nessuna parte. Altro non posso dire, se non che personalmente ce la sto mettendo tutta per evitare il peggio e in fondo non sentirmi in colpa qualora il 'peggio' dovesse materializzarsi. Per questo rinnovo l'invito ai vecchi dirigenti per contribuire a sanare il passivo che, ci tengo a sottolinearlo, quando il sottoscritto e Galassi lasciarono il testimone era di appena 300 milioni delle vecchie lire. Ma anche i 'nuovi' possono farsi avanti».
Meno tre. Ma intanto il tempo stringe la città nella morsa dell'apprensione e nella paura che venerdì sera sia davvero tutto finito. Del resto la situazione nella sua drammaticità è talmente chiara da non lasciare dubbi: o si trova il modo per appianare il milione abbondante di euro di «scoperto», oppure scatteranno a strettissimo giro di posta le procedure per la messa in liquidazione per la bandiera non solo sportiva della città. Certo, qualche giorno di proroga in caso di eventuali «schiarite» si potrebbe anche chiedere e ottenere, ma l'assemblea dei soci presso la sede della Faber sarà davvero il confine decisivo tra vita e morte. E se fosse quest'ultima la via obbligata? A quel punto toccherebbe ai massimi organi cestistici nazionali decidere il da farsi, ovvero se fungere da supervisori ad una gestione controllata mentre scattano le pratiche giudiziarie (più o meno come accaduto con Verona che ha regolarmente portato a termine la sua stagione), oppure arrivare alla – decisamente più remota – sentenza di esclusione dal campionato (immediata o a fine girone d'andata) trasformando il torneo a squadre dispari.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino