PESARO – La partita delle... occasioni (Gigena in quintetto per l’infortunato Pecile, Albano per l’influenzato McGhee, Christoffersen presto chiamato in causa per fronteggiare il maestoso connazionale Andersen, Malaventura a lungo play al posto di Pecile, e Gilbert che aveva finalmente lo spazio a lungo atteso) si è risolta nella più clamorosa delle occasioni mancate. Uno sciagurato finale di partita che ha cancellato con un colpo di spugna tutto ciò che bene o male era stato costruito in precedenza: non il bel gioco, certo, ma almeno le premesse per due punti in classifica che servivano come il pane, che non dovevano assolutamente essere gettati alle ortiche.
E invece la Scavolini ha commesso l’imperdonabile errore di tirare troppo presto i remi in barca. Eppure avrebbe dovuto saperlo che le partite si vincono nei minuti finali, così come avrebbe dovuto sapere che Napoli era abituata e allenata proprio ai rush finali, avendo in precedenza vinto e perso tutte gare risoltesi in un fazzoletto di punti. C’entrerà anche la zona finale ordinata da Mazzon (contro cui i biancorossi non hanno segnato nemmeno un punto, pur tirando liberi e sciolti), ma con tutto il rispetto per le mosse del coach della Pompea, è stata la Scavolini ad entrare anzitempo, mentalmente, in... zona-doccia. Una “ingenuità terribile", come ha mormorato impotente Marco Crespi. Un madornale errore di leggerezza, un black-out di concentrazione e di determinazione che annulla tutto il buono venuto fuori dalla partita di Roseto, che pure era finita male. Ma quella di ieri è proprio finita malissimo. Peccato per quelli che la loro occasione la stavano invece sfruttando bene, come Gilbert con le sue tre bombe, come Christoffersen con i suoi tre bei canestri, e come l’ottimo McGhee, assolutamente da salvare, con i suoi 21 punti, 7 rimbalzi, 6 recuperi e 2 stoppate. Una prova da incorniciare per l’Asso, ma affondata nel naufragio generale di una squadra tradita in attacco da quello che avrebbe dovuto essere il suo nuovo leader (0/7 di Richardson) e deludente nelle sue “menti" sul parquet (valutazione sotto zero per Malaventura). Il tutto mentre è già in libreria il best-seller di novembre: “Chi marcava Dontaè Jones?", che minaccia di spopolare più di Indiana Jones e le sue avventure.
Giancarlo Iacchini
E invece la Scavolini ha commesso l’imperdonabile errore di tirare troppo presto i remi in barca. Eppure avrebbe dovuto saperlo che le partite si vincono nei minuti finali, così come avrebbe dovuto sapere che Napoli era abituata e allenata proprio ai rush finali, avendo in precedenza vinto e perso tutte gare risoltesi in un fazzoletto di punti. C’entrerà anche la zona finale ordinata da Mazzon (contro cui i biancorossi non hanno segnato nemmeno un punto, pur tirando liberi e sciolti), ma con tutto il rispetto per le mosse del coach della Pompea, è stata la Scavolini ad entrare anzitempo, mentalmente, in... zona-doccia. Una “ingenuità terribile", come ha mormorato impotente Marco Crespi. Un madornale errore di leggerezza, un black-out di concentrazione e di determinazione che annulla tutto il buono venuto fuori dalla partita di Roseto, che pure era finita male. Ma quella di ieri è proprio finita malissimo. Peccato per quelli che la loro occasione la stavano invece sfruttando bene, come Gilbert con le sue tre bombe, come Christoffersen con i suoi tre bei canestri, e come l’ottimo McGhee, assolutamente da salvare, con i suoi 21 punti, 7 rimbalzi, 6 recuperi e 2 stoppate. Una prova da incorniciare per l’Asso, ma affondata nel naufragio generale di una squadra tradita in attacco da quello che avrebbe dovuto essere il suo nuovo leader (0/7 di Richardson) e deludente nelle sue “menti" sul parquet (valutazione sotto zero per Malaventura). Il tutto mentre è già in libreria il best-seller di novembre: “Chi marcava Dontaè Jones?", che minaccia di spopolare più di Indiana Jones e le sue avventure.
Giancarlo Iacchini
Fonte: Il Messaggero