PESARO - Vedi Napoli e poi muori. Per di più, il 2 novembre. Niente Hollywood Ending per coach Crespi, non abbastanza ispirato da Woody Allen. La Scavolini conduce fino a che non è ora di vincerla, la partita. Allora salta fuori la Pompea, praticamente mai avanti, ma che nel sangue ha cromosomi da killer. Incredibile, il perfetto manuale di come farsi soffiare da sotto il naso due punti già in cassaforte. Si parte dopo il minuto di raccoglimento per Blasi, Guardiano e le vittime del terremoto, senza Beric e con McGhee (reduce dall’influenza) in panca. Albano e Gigena tra i cinque, ma i mis-match sono troppi e Crespi rimescola presto le carte. Già nove pedine in campo dopo 7’30", con la sorpresa Christoffersen a tener banco ai “pesi massimi" Conlon e Andersen, e “Tudy" Gilbert a impensierire la difesa partenopea. Napoli è solida, grossa, atletica e con impostazione Usa, ha solo bisogno di giocare insieme e diventerà un osso duro per chiunque. Garantito. Nuova divisa per le apette “pon pon", vecchio cruccio i tiri liberi. Il temutissimo Greer è ben contenuto dalla Scavolini, si alternano su di lui Pecile, Malaventura, Richardson e Gilbert, che però si intestardiscono con il tiro da tre punti (2/9 al primo stop). Albano si batte, Gilbert scende di tono e Richardson è l’ombra di se stesso. Marco Crespi consuma la linea laterale e invita l’“Inferno" a farsi sentire. La gara è emozionante, e c’è bisogno di tutti per portarla a casa. McGhee è sontuoso, ma il tatuatissimo Andersen e l’uomo dalla meccanica di tiro più brutta del mondo (Conlon), sono muri contro cui è facile scontrarsi. Malaventura mette Christoffersen in partita, e il danesone piazza sei punti consecutivi (42-32 a 56" dall’intervallo). La Scavolini va di squadra, ma i dieci punti della pausa sarebbero potuti essere molti di più. Tanti gli errori da distanza ravvicinata, la difesa di Napoli è arcigna e Jones inizia il suo show. 15 ciliegine in 7 minuti (nel terzo parziale) per l’americano (e 21 punti complessivi nei secondi 20’), che poi deve uscire perchè commette il quarto fallo. Pesaro ringrazia e Gilbert torna a colpire. Quando trova il ritmo, la Scavolini fila via sciolta. Christoffersen resta a sedere per tutta la ripresa e di Jones si occupano Albano ed “Ace", quando entrambe le squadre sono stracariche di falli. Mazzon ordina la zona, con tanto di difesa allungata, e i biancorossi non segnano più. Abulìa totale, 12-0 (e 16-2) il parziale negli ultimi 5 minuti. Crespi va con i quattro piccoli e McGhee centro, neanche Napoli ha un pivot di ruolo sul terreno, ma le cose vanno decisamente meglio. La Pompea si riavvicina e i locali smettono di giocare. Le triple decisive entrano solo da una parte e Pesaro - sempre avanti ma senza mai chiudere - sbaglia tutto, con un quintetto che non prevede Pecile. Penberthy chiude il discorso a 20" dalla glaciale sirena, con un duepunti dai cinque metri (76-80). Incredibile. Inspiegabile. Una sconfitta su cui meditare.
In tribuna buona parte del Consiglio Federale - capitanato da Fausto Maifredi - che si è riunito a Pesaro per un doppio incontro: minibasket e miniarbitri: 120 persone da tutto lo stivale e una minisponsorizzazione della Fiera del tartufo di Sant’Angelo in Vado.
Camilla Cataldo
In tribuna buona parte del Consiglio Federale - capitanato da Fausto Maifredi - che si è riunito a Pesaro per un doppio incontro: minibasket e miniarbitri: 120 persone da tutto lo stivale e una minisponsorizzazione della Fiera del tartufo di Sant’Angelo in Vado.
Camilla Cataldo
Fonte: Il Messaggero