È solo l'inizio della Nba globalizzata. Insomma, siamo solo agli indizi. Però è meglio dare credito alle prime avvisaglie. Altrimenti si finisce con il sottovalutare Philadelphia (è successo nel 2001 e i Sixers sono arrivati in finale) oppure i New Jersey Nets (finalisti 2002) di turno. Primo assunto d'avvio stagione americana. I Lakers senza l'inarrivabile Shaq sono battibili. Anzi battibilissimi. Hanno perso due su due, nonostante un sempre puntuale Medvedenko e un Soumaila Samake che sarà confermato probabilmente anche al ritorno di Shaq. Il ragazzo del Mali ha giocato 17' di rara quanto inutile (Portland ha vinto 102-90) intensità. Ha messo 10 punti, catturato sette rimbalzi. Di meglio, tra i lunghi transitati in Europa, ha fatto soltanto Zeljko Rebraca nella notte Nba. Ma Zele ha super contratto e spazio dignitoso a Detroit. Samake è invece una rivelazione, tra tanti giganti africani presi per riscaldare soltanto la panchina. Secondo assunto di stagione: i Washington Wizards avranno bisogno di tempo per conoscersi e per fare ingranare i tanti (troppi come nel caso di Houston nella versione Barkley-Olajuwon?) venerandi veterani. Lo stesso Jordan ha messo il silenziatore: 8 punti in 25' con 4-14 al tiro. E sconfitta 74-68. Terzo assunto, anzi di più: Ginobili ha bisogno di zero tempo per ambientarsi alla lega delle leghe. Il fenomeno argentino alla seconda apparizione è già partito in quintetto, ha portato i minuti in campo da 20' a 30'. Ha tirato di più (5-13, però con 1-6 da tre) nella sconfitta di San Antonio a Golden State per 106-98. Quarto assunto dell'anno. In attesa di capire se si tratta soltanto di un problema di poca preparazione Nba, visto che il cinesone (di 2,28) è arrivato dieci giorni prima del via, siamo pronti a scommettere che l'impatto di Yao Ming, nel primo anno americano, non sarà molto distante da quello di Kwame Brown, primissima scelta 2001 per Washington. Occhio però, Brown è già andato in doppia-doppia alla prima uscita della seconda stagione (12 punti e 18 rimbalzi). Quinto assunto del 2002. Marko Jaric tra i tanti debuttanti internazionali ha vinto il premio sfortuna. Aveva firmato con i Clippers convinto di avere parecchio spazio. E i dirigenti gli hanno messo davanti tale Andre Miller, uno dei primi cinque play al mondo. Risultato: minuti 8, punti 3. Speriamo che Jaric sia scambiato. Perché in quel mondo ci sta di diritto.
Piero Guerrini
Piero Guerrini
Fonte: La Gazzetta del Sud