L'eroe della serata (con tutto il rispetto per i suoi compagni) fino a ieri mattina non doveva nemmeno giocare: Nicola aveva il naso ancora gonfio di dolore, ma il clima da battaglia lo ha esaltato, a tal punto che ad un certo momento ha buttato via anche la maschera. Parla a mezze frasi, Marcelo, e non sorride mai: non è stata una settimana facile per lui, e non solo per l'infortunio.
«Sì, naturalmente sono molto contento di aver potuto giocare: dopo il primo quarto è cambiata la nostra intensità difensiva, e questo ha dato più fluidità in attacco alla Benetton. Il Cibona gioca come le altre squadre slave, hanno tutti una gran tecnica, anche se qualche volta peccano un po' di esperienza». Era una specie di spareggio per il secondo posto. «Non direi spareggio, noi dovevamo vincere perché eravamo in casa nostra, tutto qui».
Ettore Messina fa capire il valore di questa vittoria scrutando i nomi degli avversari. «Il Cibona è mezza nazionale croata, ma noi siamo stati molto penalizzati dai due falli in due minuti di Langdon: lì la squadra ha preso un po' di paura ed ha fatto un primo quarto orribile, 34 punti subiti la dicono lunga. Non è un caso che non appena la difesa è salita di tono abbiamo trovato il contropiede con una accresciuta aggressività mentale in attacco: quando sai che puoi recuperare palla non hai paura di sbagliare. E rimontare in quella maniera è stato bellissimo: Nicola è stato fondamentale: dopo aver riposato nel pomeriggio, mi ha chiesto di giocare ed ha fatto veramente una gran partita. Mi sembra che oggi gli schemi siano venuti abbastanza bene, no...?». La differenza l'ha fatta anche l'arbitraggio, che vi ha permesso poi ciò che prima vi negava. «In effetti nel primo quarto non ho capito perché ogni sospiro era fallo, e col metro successivo i primi due di Langdon non li avrebbero nemmeno fischiati. E quel tecnico è il primo che prendo in tre anni di Eurolega. Ma non credo che le cose siano cambiate per il fallo che ho preso».
Resta il fatto che la tua panchina, a parte Nicola, ha prodotto pochissimo. «Infatti, bisogna che i giovani crescano, al più presto. Purtroppo stavolta sono dovuti entrare sul -15 e Nemeth e Loncar è più facile che facciano degli errori, ma abbiamo assoluto bisogno dei loro miglioramenti».
Dall'altra parte Jasmin Repesa la prende con una certa filosofia: «La squadra mi è piaciuta solo all'inizio: siamo andati in vantaggio troppo presto, ed in un ambiente come questo alla lunga paghi».
Silvano Focarelli
«Sì, naturalmente sono molto contento di aver potuto giocare: dopo il primo quarto è cambiata la nostra intensità difensiva, e questo ha dato più fluidità in attacco alla Benetton. Il Cibona gioca come le altre squadre slave, hanno tutti una gran tecnica, anche se qualche volta peccano un po' di esperienza». Era una specie di spareggio per il secondo posto. «Non direi spareggio, noi dovevamo vincere perché eravamo in casa nostra, tutto qui».
Ettore Messina fa capire il valore di questa vittoria scrutando i nomi degli avversari. «Il Cibona è mezza nazionale croata, ma noi siamo stati molto penalizzati dai due falli in due minuti di Langdon: lì la squadra ha preso un po' di paura ed ha fatto un primo quarto orribile, 34 punti subiti la dicono lunga. Non è un caso che non appena la difesa è salita di tono abbiamo trovato il contropiede con una accresciuta aggressività mentale in attacco: quando sai che puoi recuperare palla non hai paura di sbagliare. E rimontare in quella maniera è stato bellissimo: Nicola è stato fondamentale: dopo aver riposato nel pomeriggio, mi ha chiesto di giocare ed ha fatto veramente una gran partita. Mi sembra che oggi gli schemi siano venuti abbastanza bene, no...?». La differenza l'ha fatta anche l'arbitraggio, che vi ha permesso poi ciò che prima vi negava. «In effetti nel primo quarto non ho capito perché ogni sospiro era fallo, e col metro successivo i primi due di Langdon non li avrebbero nemmeno fischiati. E quel tecnico è il primo che prendo in tre anni di Eurolega. Ma non credo che le cose siano cambiate per il fallo che ho preso».
Resta il fatto che la tua panchina, a parte Nicola, ha prodotto pochissimo. «Infatti, bisogna che i giovani crescano, al più presto. Purtroppo stavolta sono dovuti entrare sul -15 e Nemeth e Loncar è più facile che facciano degli errori, ma abbiamo assoluto bisogno dei loro miglioramenti».
Dall'altra parte Jasmin Repesa la prende con una certa filosofia: «La squadra mi è piaciuta solo all'inizio: siamo andati in vantaggio troppo presto, ed in un ambiente come questo alla lunga paghi».
Silvano Focarelli
Fonte: La Tribuna