Non è certo un caso se Allan Houston, star della Nba, ha ammesso di conoscere un solo giocatore italiano, Carlton Myers. Babbo inglese e mamma romagnola, Myers rappresenta il basket italiano già da alcune stagioni e non solo per i mirabolanti record sul campo, compreso quello di maggior numero di punti segnati in un match: 87. Ma anche per saper essere personaggio lontano dal parquet con un clamoroso ascendente sui giovani che solo Pozzecco può provare ad avvicinare. Carlton è giunto a Napoli in anticipo rispetto alla sua Virtus Roma che domani affronterà la Pompea nella sesta giornata di campionato. La sua presenza (insieme con la tennista uzbeka Itroda Tulyganova, n.30 al mondo) è legata all'apertura del primo centro laser FP3 a Napoli, una metodica rivoluzionaria creata dal "doctor Laser", Pier Francesco Parra, che ha consentito a grandi sportivi, tra i quali lo stesso Myers, Tomba, Cipollini e Bordin di rinascere all'attività agonistica.
Inutile dire che domani in un Palablù di Monteruscello che si annuncia gremito, Carlton sarà lo spauracchio numero uno. «Sarà una partita caldissima - commenta la guardia della Virtus - abbiamo studiato la Pompea al videotape nella gara contro la Benetton e bisogna ammettere che è una squadra dal grande talento, capace di qualsiasi risultato. Del resto la sconfitta di tre punti sul campo della prima in classifica lo dimostra. Noi però abbiamo il morale a mille e non abbiamo intenzione di fermarci, cinque vittorie su sei partite disputate è un bilancio nel quale neppure noi credevamo. Le aspettative erano da sesto-settimo posto, oggi puntiamo più in alto».
Myers conosce bene Marty Conlon all'esordio in maglia azzurra essendo stato suo compagno di squadra alla Fortitudo qualche stagione fa. «È un giocatore brutto esteticamente, corre e tira in modo inguardabile ma è molto concreto. Un giocatore utilissimo, anche tatticamente. Jones? È un cavallo pazzo che può fare canestro in ogni azione, ma non mi pare affidabilissimo nel tiro da tre».
Alla Virtus Roma oggi in panchina c'è Piero Bucchi, il coach della promozione napoletana targata Di Nola. Un allenatore che sta facendo volare i capitolini: «Con lui mi trovo molto bene, ci dà tranquillità, è tecnicamente valido. Del resto i risultati parlano per lui, di recente Roma non era mai stata così in alto in classifica. Per il titolo forse ci manca ancora qualcosa, un altro giocatore affidabile, capace di prendere iniziative. Ma di sicuro ci proveremo».
Carlton ricorda con piacere il Mario Argento gremito ai tempi di Walter Berry, quando lui aveva la maglia di Rimini. Oggi quel campo è un solo monumento impolverato e abbandonato. «È assurdo, un peccato mortale - commenta Myers - è un magnifico impianto in una zona centrale della città, perché lasciarlo morire così? Giocare in periferia cambia molto le cose, si chiedono sacrifici al pubblico che non tutti sono disposti a fare. Qui avete un calore straordinario, una passione per tutti gli sport che è invidiabile e che andrebbe incoraggiata, non mortificata. Anche Roma ha da anni un problema con il pubblico, nella Capitale il calcio fagocita tutti gli interessi. Ora che siamo secondi in classifica gli appassionati però stanno tornando a vedere il basket».
Capitolo nazionale. La sovrabbondanza di stranieri impedisce ai giovani italiani di mettersi in evidenza, a parte qualche raro caso fortunato. Myers concorda: «In un campionato nel quale giocano più stranieri che italiani è difficile per i giovani emergere, si tratta di dati matematici. E la nostra nazionale ne paga le conseguenze. Ora per fortuna pare che il basket italiano stia rinsavendo, c'è stata una prima riduzione e ce ne sarà anche un'altra l'anno prossimo. È la strada giusta».
Stefano Prestisimone
Inutile dire che domani in un Palablù di Monteruscello che si annuncia gremito, Carlton sarà lo spauracchio numero uno. «Sarà una partita caldissima - commenta la guardia della Virtus - abbiamo studiato la Pompea al videotape nella gara contro la Benetton e bisogna ammettere che è una squadra dal grande talento, capace di qualsiasi risultato. Del resto la sconfitta di tre punti sul campo della prima in classifica lo dimostra. Noi però abbiamo il morale a mille e non abbiamo intenzione di fermarci, cinque vittorie su sei partite disputate è un bilancio nel quale neppure noi credevamo. Le aspettative erano da sesto-settimo posto, oggi puntiamo più in alto».
Myers conosce bene Marty Conlon all'esordio in maglia azzurra essendo stato suo compagno di squadra alla Fortitudo qualche stagione fa. «È un giocatore brutto esteticamente, corre e tira in modo inguardabile ma è molto concreto. Un giocatore utilissimo, anche tatticamente. Jones? È un cavallo pazzo che può fare canestro in ogni azione, ma non mi pare affidabilissimo nel tiro da tre».
Alla Virtus Roma oggi in panchina c'è Piero Bucchi, il coach della promozione napoletana targata Di Nola. Un allenatore che sta facendo volare i capitolini: «Con lui mi trovo molto bene, ci dà tranquillità, è tecnicamente valido. Del resto i risultati parlano per lui, di recente Roma non era mai stata così in alto in classifica. Per il titolo forse ci manca ancora qualcosa, un altro giocatore affidabile, capace di prendere iniziative. Ma di sicuro ci proveremo».
Carlton ricorda con piacere il Mario Argento gremito ai tempi di Walter Berry, quando lui aveva la maglia di Rimini. Oggi quel campo è un solo monumento impolverato e abbandonato. «È assurdo, un peccato mortale - commenta Myers - è un magnifico impianto in una zona centrale della città, perché lasciarlo morire così? Giocare in periferia cambia molto le cose, si chiedono sacrifici al pubblico che non tutti sono disposti a fare. Qui avete un calore straordinario, una passione per tutti gli sport che è invidiabile e che andrebbe incoraggiata, non mortificata. Anche Roma ha da anni un problema con il pubblico, nella Capitale il calcio fagocita tutti gli interessi. Ora che siamo secondi in classifica gli appassionati però stanno tornando a vedere il basket».
Capitolo nazionale. La sovrabbondanza di stranieri impedisce ai giovani italiani di mettersi in evidenza, a parte qualche raro caso fortunato. Myers concorda: «In un campionato nel quale giocano più stranieri che italiani è difficile per i giovani emergere, si tratta di dati matematici. E la nostra nazionale ne paga le conseguenze. Ora per fortuna pare che il basket italiano stia rinsavendo, c'è stata una prima riduzione e ce ne sarà anche un'altra l'anno prossimo. È la strada giusta».
Stefano Prestisimone
Fonte: Il Mattino
