LIVORNO. Attenzione ad Avellino. Verrà a Livorno con il dente avvelenato. L'avvertimento è di Luca Bechi, assistent di Ramagli sulla panchina della Lauretana Biella. La coppia livornese sei giorni fa ha firmato un blitz eccezionale affossando la De Vizia con un ventello pesante come un macigno. E quel macigno Avellino se lo porterà sul groppone fino al Palamacchia, cercando di scaricarlo sulla Mabo.
«Eh già, credo proprio che verranno con intenzioni bellicose - dice Bechi - domenica in Irpinia abbiamo assistito ad una contestazione dura nei confronti della squadra. Una reazione d'orgoglio è il minimo che ci si possa aspettare. Ho parlato con De Raffaele e mi ha confermato che sono consapevoli che troveranno una squadra decisa a vincere».
Eppure per voi è stata quasi una passeggiata...
«No, una passeggiata no, perché la De Vizia è una formazione comunque completa, con un quintetto americano che può svegliarsi in ogni momento e cambiare volto alla partita. Però devo ammettere che è stato più facile del previsto. Probabilmente dopo aver giocato alla pari con la Kinder hanno avuto un calo mentale. Hanno giocato una partita piatta, senza identità. E considerando che si trattava di una sfida per la salvezza, la cosa mi lascia perplesso».
Tra l'altro dal punto di vista tecnico hanno un quintetto coi fiocchi...
«Sotto le plance Grant e Mc Ghee hanno caratteristiche diverse, il primo sa giocare anche sul perimetro, l'altro ha ottimi movimenti spalle a canestro, ma sono ugualmente pericolosi. Stevenson è un esterno dotato di buona mano e Sidney Jhonson è il collante della squadra, uno che difende bene, mette pressione, ruba palloni e apre il contropiede».
Ora poi è arrivato anche Carlisle...
«Bisognerà vedere con quale spirito è andato ad Avellino. Credo che sarà asettico rispetto al clima di contestazione che si è creato intorno alla squadra. Però è un giocatore eccezionale. Sarà il pericolo numero uno per Livorno. Sì, il talento di Carlisle e le motivazioni di Grant saranno gli aspetti su cui la Mabo dovrà fare più attenzione».
Dove si deciderà la partita?
«La gestione dei ritmi sarà determinante. E poi Livorno dovrà farsi trovare subito pronta, solida, attenta, dovrà spegnere fin dall'inizio la reazione di Avellino».
(giulio corsi)
«Eh già, credo proprio che verranno con intenzioni bellicose - dice Bechi - domenica in Irpinia abbiamo assistito ad una contestazione dura nei confronti della squadra. Una reazione d'orgoglio è il minimo che ci si possa aspettare. Ho parlato con De Raffaele e mi ha confermato che sono consapevoli che troveranno una squadra decisa a vincere».
Eppure per voi è stata quasi una passeggiata...
«No, una passeggiata no, perché la De Vizia è una formazione comunque completa, con un quintetto americano che può svegliarsi in ogni momento e cambiare volto alla partita. Però devo ammettere che è stato più facile del previsto. Probabilmente dopo aver giocato alla pari con la Kinder hanno avuto un calo mentale. Hanno giocato una partita piatta, senza identità. E considerando che si trattava di una sfida per la salvezza, la cosa mi lascia perplesso».
Tra l'altro dal punto di vista tecnico hanno un quintetto coi fiocchi...
«Sotto le plance Grant e Mc Ghee hanno caratteristiche diverse, il primo sa giocare anche sul perimetro, l'altro ha ottimi movimenti spalle a canestro, ma sono ugualmente pericolosi. Stevenson è un esterno dotato di buona mano e Sidney Jhonson è il collante della squadra, uno che difende bene, mette pressione, ruba palloni e apre il contropiede».
Ora poi è arrivato anche Carlisle...
«Bisognerà vedere con quale spirito è andato ad Avellino. Credo che sarà asettico rispetto al clima di contestazione che si è creato intorno alla squadra. Però è un giocatore eccezionale. Sarà il pericolo numero uno per Livorno. Sì, il talento di Carlisle e le motivazioni di Grant saranno gli aspetti su cui la Mabo dovrà fare più attenzione».
Dove si deciderà la partita?
«La gestione dei ritmi sarà determinante. E poi Livorno dovrà farsi trovare subito pronta, solida, attenta, dovrà spegnere fin dall'inizio la reazione di Avellino».
(giulio corsi)
Fonte: Il Tirreno
