Dopo le voci sulla cordata d´imprenditori bolognesi interessata a comprare la Virtus, a conferma di quella concreta ipotesi arrivano anche delle dichiarazioni. Quelle, stringate ma decisamente significative, di Alberto Clô, presidente della Sab (società che gestisce l´aeroporto Marconi) e in qualche modo regista di quel possibile affare. «Posso solo confermare che in città esistono delle forze economiche potenzialmente interessate a trattare l´acquisto della Virtus. Ma per rispetto a Marco Madrigali, che stimo molto, e anche in considerazione di tempi che al momento sono del tutto prematuri, aggiungere altro sarebbe davvero inopportuno».
Qualcosa lo possiamo forse aggiungere noi, o comunque ribadirlo per cercare di dare una dimensione più definita del business che potrebbe accadere. Per esempio ricordare che Piero Gnudi, il noto commercialista bolognese attualmente presidente dell´Iri, proprio per conto di quella cordata qualche giorno fa è andato a colloquio con Madrigali. E ancora sottolineare che nel gruppo ancora aperto di imprenditori interessati all´affare, è stato invitato pure l´ex proprietario bianconero Alfredo Cazzola, probabilmente col progetto di dargli una carica operativa. Molto di più, per ora, non si sa, ma presto si saprà.
Intanto, con parole più nette, ieri s´è chiarito il caso Griffith, da lui stesso archiviato. Rashard non s´è allenato per una leggera forma influenzale, ma oggi ricomincerà, senza nessuno sciopero all´orizzonte. «Per quanto mi riguarda, adesso è tutto a posto - ha detto -: quello che è capitato è acqua passata. Il mio agente m´ha riferito che la situazione è sotto controllo, risolta. A me va bene così, se è colui che cura i miei interessi ad assicurarmelo. Io devo fare il giocatore».
Ma qualcosa è cambiato in questi mesi: oltre alla sconfitta in finale, c´è un´atmosfera differente rispetto alla scorsa stagione? «Ci sono aspetti che non sono più quelli. Ma soprattutto per me sin qui è stato un anno particolare: ho perso mia madre e poi c´è stato l´infortunio grave che mi costringe a rincorrere la forma migliore. Senza togliere che per un certo periodo sono stato pagato meno di quanto m´aspettassi. È stato difficile tornare a giocare. Poi, questo è il mio lavoro, anche se è sempre dura ricominciare dopo un infortunio. Madrigali non è una cattiva persona. Col mio agente le cose sono state sistemate, questo conta e io sono tranquillo. Porter gestisce la mia posizione, questo è il suo lavoro e io sono soddisfatto. Di tutta questa faccenda, io ho saputo dai giornali. E non so niente di eventuali misure punitive che potevano prendere con me».
Resterebbe da dire della partita col Panathinakos, davvero scarsa: da peggiore in campo. «Per un motivo molto semplice: non ho mai visto la palla. Contro la Benetton era capitato il contrario e ho giocato, mi pare. I greci hanno fatto la loro partita e noi invece no». Può essere un segnale di declino? «Io ho una discreta esperienza di play-off d´Eurolega e di campionati nazionali. La sconfitta è una parte della pallacanestro che non può sempre essere evitata. Per fortuna la finale non è stata l´ultima gara della stagione. Abbiamo ancora tutti i play-off per lo scudetto davanti. La Final Four è da mettere alle spalle: a fuoco ci devono essere solo i prossimi 45 giorni. Che non saranno una mia rivincita personale, che non ha ragione d´essere. È la squadra al completo che deve ancora crescere. Ha saputo vincere tante partite senza di me: adesso deve riprendersi e io sono chiamato a dare il meglio».
Rashard non va mai oltre le righe e a chiedergli che farà la prossima stagione si becca una stoppata. «Semplice, comunque finisca ne parlerò con il mio agente a fine giugno. In quel periodo sceglierò».
Giovanni Egidio
(ha collaborato Francesco Forni)
Qualcosa lo possiamo forse aggiungere noi, o comunque ribadirlo per cercare di dare una dimensione più definita del business che potrebbe accadere. Per esempio ricordare che Piero Gnudi, il noto commercialista bolognese attualmente presidente dell´Iri, proprio per conto di quella cordata qualche giorno fa è andato a colloquio con Madrigali. E ancora sottolineare che nel gruppo ancora aperto di imprenditori interessati all´affare, è stato invitato pure l´ex proprietario bianconero Alfredo Cazzola, probabilmente col progetto di dargli una carica operativa. Molto di più, per ora, non si sa, ma presto si saprà.
Intanto, con parole più nette, ieri s´è chiarito il caso Griffith, da lui stesso archiviato. Rashard non s´è allenato per una leggera forma influenzale, ma oggi ricomincerà, senza nessuno sciopero all´orizzonte. «Per quanto mi riguarda, adesso è tutto a posto - ha detto -: quello che è capitato è acqua passata. Il mio agente m´ha riferito che la situazione è sotto controllo, risolta. A me va bene così, se è colui che cura i miei interessi ad assicurarmelo. Io devo fare il giocatore».
Ma qualcosa è cambiato in questi mesi: oltre alla sconfitta in finale, c´è un´atmosfera differente rispetto alla scorsa stagione? «Ci sono aspetti che non sono più quelli. Ma soprattutto per me sin qui è stato un anno particolare: ho perso mia madre e poi c´è stato l´infortunio grave che mi costringe a rincorrere la forma migliore. Senza togliere che per un certo periodo sono stato pagato meno di quanto m´aspettassi. È stato difficile tornare a giocare. Poi, questo è il mio lavoro, anche se è sempre dura ricominciare dopo un infortunio. Madrigali non è una cattiva persona. Col mio agente le cose sono state sistemate, questo conta e io sono tranquillo. Porter gestisce la mia posizione, questo è il suo lavoro e io sono soddisfatto. Di tutta questa faccenda, io ho saputo dai giornali. E non so niente di eventuali misure punitive che potevano prendere con me».
Resterebbe da dire della partita col Panathinakos, davvero scarsa: da peggiore in campo. «Per un motivo molto semplice: non ho mai visto la palla. Contro la Benetton era capitato il contrario e ho giocato, mi pare. I greci hanno fatto la loro partita e noi invece no». Può essere un segnale di declino? «Io ho una discreta esperienza di play-off d´Eurolega e di campionati nazionali. La sconfitta è una parte della pallacanestro che non può sempre essere evitata. Per fortuna la finale non è stata l´ultima gara della stagione. Abbiamo ancora tutti i play-off per lo scudetto davanti. La Final Four è da mettere alle spalle: a fuoco ci devono essere solo i prossimi 45 giorni. Che non saranno una mia rivincita personale, che non ha ragione d´essere. È la squadra al completo che deve ancora crescere. Ha saputo vincere tante partite senza di me: adesso deve riprendersi e io sono chiamato a dare il meglio».
Rashard non va mai oltre le righe e a chiedergli che farà la prossima stagione si becca una stoppata. «Semplice, comunque finisca ne parlerò con il mio agente a fine giugno. In quel periodo sceglierò».
Giovanni Egidio
(ha collaborato Francesco Forni)
Fonte: La Repubblica