Da Zara – considerata la più antica città abitata in Croazia – a Napoli, terra storica le cui origini risalgono fino ai tempi della Magna Grecia, Tomislav Zubcic ha attraversato il mondo per giocare a pallacanestro. Gli anni da enfant prodige con lo Zadar, il Rudes e il Cibona per gettare le basi di una lunga carriera sul parquet; successivamente la chiamata al Draft che lo porta in Canada, poi la Lituania e il ritorno negli Stati Uniti. Terminata l'esperienza sognata da ogni bambino quando tiene una palla a spicchi tra i polpastrelli, il classe 1990 inizia a girare conoscendo culture, posti e campionati facendosi apprezzare principalmente per il suo gioco. Approda in Russia, prosegue in Turchia, pone il suo nome sulla mappa in Germania, Bosnia e Spagna prima di ricominciare il suo percorso “da zero” con le annate in Siberia e a Bursa. Con numerose presenze in tutte le coppe europee – dall'Eurolega alla Basketball Champions League – Zubcic diventa una certezza per le squadre con ambizioni europee, così trascorre una stagione a Londra per giocare l'EuroCup. Oggi è un nuovo membro del roster della GeVi Napoli dove trova coach Igor Milicic, connazionale con una carriera da “nomade” sia nel suo passato da giocatore sia nel suo presente da capo allenatore.
Tomislav Zubcic diventa un “figlio” della pallacanestro già in tenera età; il suo talento, unito ad una crescita lampo a livello fisico e di statura, lo porta ad ottenere le attenzioni delle squadre giovanili più blasonate della Croazia. Inizia con il KK Zadar – club della sua città natale – e prosegue con il Cibona sulle orme di due grandi leggende come Drazen Petrovic e Kresimir Cosic fino al debutto tra i grandi che avviene nella stagione 2007-2008 con la divisa del KK Rudes. L'anno successivo ritorna a Zagabria come membro effettivo del roster del Cibona che oltre a dominare il campionato nazionale, mette il neo maggiorenne in condizioni di affrontare i primi minuti in una competizione come l'Eurolega. I primi segni di crescita li mostra nel 2010-2011 quando viene utilizzato con frequenza nella coppa europea in questione: il coach gli concede 24.7 minuti di media – in una campagna che porterà il Cibona ad ottenere un record di 0-10 nella fase a gironi – e lui ripaga con 9.0 punti e 5.1 rimbalzi che ne fanno uno dei giovani più promettenti in giro per l'Europa. L'anno successivo gioca venticinque partite da titolare (su cinquanta complessive in tutte le competizioni), si dichiara per il Draft NBA con i Toronto Raptors pronti a spendere la scelta numero cinquantasei così da detenerne i diritti e vederlo maturare in attesa di chiamarlo in un eventuale futuro.
Zubcic lascia il Cibona nel gennaio del 2013 per il Lietuvos Rytas. Nonostante la sua avventura in Lituania duri pochi mesi, il classe 1990 lascia il segno venendo selezionato per far parte delle riserve del 'Time Team' durante gli All-Star Game del campionato nazionale. Il ritorno in patria – per la precisione al Cedevita Zagabria – gli consente nuovamente di mettersi alla prova con le coppe continentali, così nei successivi due anni arricchisce sia il bagaglio tecnico giocando contro l'élite europea sia il suo palmarés conquistando campionato e coppa di Croazia. Sul cammino della piena maturità cestistica, il nativo di Zadar prova l'ebbrezza del sogno americano: i Toronto Raptors cedono i suoi diritti agli Oklahoma City Thunder, i quali decidono di affidarlo alla squadra affiliata per fargli prendere confidenza con un nuovo tipo di basket. Con la squadra di G-League gioca trentasei partite in uscita dalla panchina venendo impiegato per 19.7 minuti di media; qui vi registra 7.7 punti e 4.8 rimbalzi, mette a referto due doppie-doppie durante la stagione e sebbene non riesca mai a toccare davvero con mano la NBA, rientra nel vecchio continente più consapevole dei mezzi tecnici e fisici a disposizione. Inoltre la sua attitudine da giramondo lo porterà non solo a conoscere differenti realtà, ma anche a plasmare la sua pallacanestro adattandola ad ogni situazione e necessità.
Comincia in Russia con l'Avtodor Saratov e pochi mesi dopo si trasferisce al Nizhny Novgorod. Chiude la sua prima stagione da professionista in doppia cifra per punti segnati (10.9) e nell'estate del 2017 diventa un nuovo giocatore del Trabzonspor. La parentesi con i turchi dura poche partite e Tomislav Zubcic trova un contratto in Germania tra le fila di Bonn: in Bundesliga ha fin qui la stagione più prolifica della sua carriera segnando 13.5 punti e raccogliendo 3.9 rimbalzi. Stupisce l'impatto che riesce ad avere fin da subito pur entrando a far parte di nuovi gruppi a stagione in corso. Infatti, la stagione 2018-2019 la apre in Bosnia con Igokea (19.0 punti di media) e la chiude a Manresa, dove prende il posto da centro titolare lasciando il segno la sua terza stagione consecutiva chiusa in doppia cifra. Il big man croato si trasferisce all'Enisey Krasnoyarsk fino a che la pandemia non costringe lo stop forzato dei campionati; in Siberia parte titolare in venticinque delle ventisei partite totali (tra VTB League e FIBA Europe Cup) realizzando 15.9 punti e 5.8 rimbalzi in 28.1 minuti di impiego medio. Nel dicembre del 2020 si lega ai turchi del Tofas – con cui rimane fino all'estate 2022 – diventando un elemento imprescindibile sia per coach Hakan Demir sia per coach Ahmet Caki.
La GeVi Napoli si è assicurata un lungo pronto, maturo e adatto a giocare in ogni tipo di contesto. Viene da una stagione di alto livello con i London Lions (12.5 punti, 3.9 rimbalzi e 2.1 assist in 21.7 minuti di media tra le due competizioni) in cui ha mostrato la sua pericolosità come tiratore dai 6.75 metri – soprattutto in EuroCup – grande mobilità e rapidità d'esecuzione nonostante i 211 centimetri, oltre ad una facilità disarmante nell'entrare sottopelle con l'ambiente e con le idee della squadra. L'incredibile duttilità di Zubcic lo porterà ad essere schierato sia come centro, così da creare una batteria di tiratori su tutto il campo, sia come ala grande al fianco del più esplosivo Tariq Owens con cui condividerà il pitturato. Il croato accetta il carico di responsabilità da oltre l'arco unendolo ad un gioco solido in post, il ché lo rende un lungo moderno su cui è difficile prendere le giuste misure. Sebbene i centimetri e la stazza tornino utili nel giocare le situazioni di pick and roll, il classe 1990 diventa un'arma solidissima quando viene chiamato a “poppare” e prendersi tiri sullo scarico; inoltre è diventato un valido passatore, un'altra soluzione che potrebbe rendere imprevedibile l'attacco della GeVi. In difesa è la sua fisicità a farla da padrona: le lunghe braccia rendono complicata la visione del ferro all'avversario, così come il suo corpo diventa un ostacolo importante nelle situazioni di uno contro uno spalle a canestro. Sotto la guida di un esperto condottiero quale Igor Milicic, il nativo di Zadar ha tutte le carte in regola – soprattutto per quanto riguarda il lato della versatilità – per soddisfare i requisiti di una piazza calda come quella partenopea.
Redazione : Overtime - Storie a Spicchi