Parlando a Mimma Caligaris su “Il Piccolo – Alessandria”, Luca Severini ha parlato alla vigilia del suo debutto ai Mondiali con la Nazionale e con un gruppo in grande sintonia: “Una formazione che sta bene insieme, anche fuori dal campo. Ma è il parquet il luogo in cui l'intesa è cresciuta tanto, perché ogni giorno è servito per conoscerci meglio. Credo che il passaggio da gruppo a squadra sia stato graduale, sì, ma abbastanza rapido proprio per il clima che si respira. Non vediamo l'ora di debuttare: il 'settebello' è nel nostro bagaglio, eppure è già alle spalle. Ci ha lasciato, è vero, ancora più convinzione”.
Che reazione ha avuto Severini dopo aver saputo dal ct Pozzecco la scelta di essere stato convocato nei 12 del Mondiale? “Emozione, tanta. Soddisfazione personale, per le persone che ho vicine e per il mio club. Poi mi sono detto che bisogna essere emotivamente liberi, altrimenti il rischio è distrarsi. E, invece, testa libera e attenzione massima”.
Dove può arrivare questa Italbasket? “Siamo molto competitivi, ma non ci adagiamo certo sul percorso fatto. E non stiamo a sentire chi giudica il girone abbordabile. È un Mondiale, l'approccio cambia, si alza l'asticella a tutti i livelli. Noi affrontiamo pure i padroni di casa: nelle Filippine il basket è il primo sport e ci sono playground nelle grandi città e nei piccoli villaggi. La palla a spicchi è ovunque, quasi una ossessione, sicuramente una cultura. Noi metteremo in campo il nostro valore e il nostro entusiasmo: le conferme vanno cercate e costruite in ogni frammento di gara. È una Italia che giudico molto interessante, e credo di non essere il solo”.
Dopo l’esperienza nelle Filippine, Luca Severini tornerà a Tortona per affrontare la quarta stagione con il Derthona: “fanno sentire la loro vicinanza, il loro affetto e il loro tifo. Mi hanno raccontato del calore della gente. I nuovi ancora non li conosco, ma parla la loro storia sportiva: arrivano in una piazza che è stata brava alla prima stagione in A e, soprattutto, è riuscita a ripetersi. E non è mai né facile, né scontato. Anzi, si è migliorata: per me una soddisfazione doppia, perché non ho mai giocato una competizione europea e farlo con questa canotta, in una città in cui mi sento a casa, in campo e in mezzo alla gente, è una felicità che mi sono goduto quando abbiamo conquistato il traguardo. E che adesso devo essere pronta a vivere”.