Prendete una tavolozza e riempitela di colori: verde, giallo, rosso, nero e bianco. Prendete un cavalletto e fissateci la grande tela bianca dopo con una matita tracciate il disegno preparatorio.
Pennellata dopo pennellata, si scoprirà il protagonista di questa puntata di LBA – Under 23, un ragazzone dal sorriso pieno di vita e gli occhi pieni di grinta di chi vuole scendere in campo sfidando gli avversari.
Con i suoi 214 cm e i suoi 114 kg, Gora Camara è tra i giocatori più imponenti e fisici della nostra Serie A, classe 2001 e originario della città di Dakar in Senegal è in forza dalla scorsa estate alla Virtus Segafredo Bologna, club dove è cresciuto nel settore giovanile. Nel passato di Camara c’è anche il periodo in prestito nella Junior Casale Monferrato, squadra in cui ha dimostrato il suo talento e la Carpegna Prosciutto Pesaro sotto l’occhio vigile dei coach marchigiani.
Partendo quindi dal primo schizzo della sua vita, c’è il Senegal, nazione tra le destinazioni dell'Africa occidentale che più fanno sognare. Questo territorio è famoso per le bellezze naturali, per lo spirito artistico dei suoi abitanti, per la musica, per l'artigianato, per le spiagge coronate da palme e per quello che la sua capitale, Dakar, richiama alla mente. Per Gora, invece, il Senegal significa “casa. Lì con la mia famiglia sono cresciuto facendo tante cose nello stesso momento, come ad esempio nello sport, dato che facevo boxe, basket e calcio. Mi piaceva quel modo di vivere. Il mio cibo preferito del Senegal? Il Thiebou dien. Non mi piace molto cucinare questo piatto ma adoro mangiarlo ed è composto da riso, pesce e tante verdure”.
Quando però si inizia a diventare grandi bisogna scegliere una direzione precisa scartandone altre. E Gora, pur di inseguire un qualcosa di non molto chiaro, ha deciso di lasciarsi indietro la propria culla e di volare molto lontano sotto le due Torri per inseguire le emozioni della palla a spicchi: “Sono venuto qui a 16/17 anni, mio padre all’inizio non era molto d’accordo con il fatto che giocavo a basket perché lui faceva pugilato e a me piaceva invece giocare a pallacanestro. A quel ragazzo che aveva intrapreso in modo così sfacciato questo percorso direi assolutamente di andare avanti senza fermarsi”.
Tra l’altro, appena arrivato a Bologna, Camara prova anche l’esperienza del debutto con la prima squadra. L’allora coach bianconero, Stefano Sacripanti, lo convoca per la trasferta di BCL vinta sul campo del Cedevita Olimpija Lubiana il 24 ottobre 2018. Data la larga vittoria della Segafredo, l’attuale coach della Givova Scafati sceglie di far saggiare il parquet al giovanissimo ragazzo senegalese, che finisce la partita segnando anche un tiro libero: “In quell’esordio a Lubiana, ero seduto in panchina, partita di Champions League, i lunghi della squadra avevano subito fallo e il coach mi ha chiamato due/tre volte per farmi alzare. Non mi rendevo conto che stesse chiamando proprio me”.
Per farsi effettivamente le ossa sul campo, comunque sia, la Virtus sceglie di mandarlo in prestito a Casale Monferrato, nella Junior in cui acquista sempre più visibilità e sicurezza nei propri mezzi: “A Casale ho fatto due anni, in cui il primo ero il secondo lungo e facevo molta esperienza contro i lunghi di Serie A2 mentre nella stagione successiva ho avuto molta più importanza nella squadra, ero il 5 titolare e da quel momento ho preso molta fiducia ed ero stabile nei quintetti decisivi”.
I suoi 9.2 punti e 8.6 rimbalzi a partita fatti registrare nel secondo anno in Piemonte catturano l’attenzione anche della massima serie. In particolare, è la Carpegna Prosciutto Pesaro che si incarica di far proseguire la crescita di questo talentino: “A Pesaro è andata molto bene, nonostante nella prima parte dell’anno ci sia stato il cambio di allenatore e nel secondo abbia dovuto affrontare un problema alla gamba che mi ha tenuto ai box per tre mesi. Per fortuna sono tornato per i playoff che ho giocato proprio contro la Virtus”.
Per la sua Carpegna Prosciutto non ci fu nessun modo per arginare Shengelia e compagni in quella serie che i felsinei vinsero per 3-0. Ed è un particolare scherzo del destino, che proprio il bianconero sia adesso il colore che lo contraddistingua e lo stia facendo emergere accanto a pariruolo più famosi e formati come Mam Jaiteh, Ismael Bako e Jordan Mickey: “Alla Virtus sto vivendo un anno molto importante sia dal punto di vista individuale che a livello collettivo perché posso crescere e sto crescendo tanto. Sono conscio che ci possono essere molti alti e bassi ma ad un livello superiore ci può stare assolutamente. Poi io volevo fare questo salto di qualità e con un allenatore come Scariolo che ha molta più esperienza di me spero di continuare a crescere. La Virtus è praticamente casa per me, dato che quando sono arrivato qui a 16 anni mi hanno veramente fatto crescere con affetto e professionalità”.
Nonostante la carriera lo abbia portato lontano da casa, Gora pensa a un suo omologo africano se gli si chiedesse di affrontare un giocatore in particolare in 1vs1: “Sceglierei di sfidare Joel Embiid perché è il mio giocatore preferito, era l’unico centro in cui mi vedevo veramente quando giocavo per strada”.
A Bologna però c'è spazio anche per imparare e passare il tempo con attività costruttive anche fuori dal campo: "Nei miei momenti liberi studio per la patente, e faccio tanti altri sport tipo pugilato come mio papà e gioco a calcio che nel mio paese è uno sport molto praticato.
Infine, un paio di curiosità. La prima si cela dietro le cifre che si porta orgoglioso sulla canotta: “Il numero 29? L’ho scelto perché è il giorno del compleanno di mia mamma. Sono molto legato a lei, anche più di papà. Con mio padre, chiaro, mi sono allenato sempre con lui però mia madre è speciale. Ho due sorelle e un fratello, che gioca a calcio. Siamo diversi ma tutti sportivi”. La seconda riguarda la sua routine prepartita: “Non cambia moltissimo. Mi sveglio presto, vado in palestra per fare allenamento da solo e poi tiro con la squadra. Il pomeriggio cerco di dormire un po’, circa un’ora e mezza. Poi quella che faccio al campo è sempre lo stesso, con musica nelle orecchie e tiri ben precisi”.
Insomma, per un ragazzo che ha iniziato così tardi a giocare davvero a pallacanestro e con questi mezzi fisici, sky is the limit. Con la Segafredo, a maggior ragione, Camara sa di essere nel posto ideale per puntare davvero in alto e completare il suo quadro che è ancora ben lontano dalla finale. Buona fortuna e buon viaggio, Gora.