Rassegna Stampa

Pallacanestro Trieste, parla il consigliere Connor Barwin: "Porto la mentalità per la crescita dei giocatori, il bilanciamento tra quantità e qualità nella valutazione di un atleta e un nuovo modo di vivere l'arena"

Pallacanestro Trieste, parla il consigliere Connor Barwin: "Porto la mentalità per la crescita dei giocatori, il bilanciamento tra quantità e qualità nella valutazione di un atleta e un nuovo modo di vivere l'arena"

Connor Barwin, ex star della NFL e attuale socio della Pallacanestro Trieste, ha parlato a Roberto Degrassi su “Il Piccolo”, in occasione della sua visita nella città giuliana: “Felice di aver catturato l'energia della soddisfazione per la vittoria. Ero contento di leggere la gioia negli occhi dei tifosi e di sentire le parole di Legovich e Ghiacci nello spogliatoio alla fine. E ho capito una cosa del vostro basket che mi piace. Qui conta ogni singola partita. Ogni occasione va catturata. Come nella Nfl. Nella Nba invece è diverso, non c'è questo pathos attorno a un match”.

Barwin in particolare che tipo di cariche ha? “Sono quello che ha la responsabilità di interfacciarsi sul piano sportivo. Con lo staff biancorosso ci sono collaborazione e condivisione. Io posso portare i consigli e l'esperienza di chi ha vissuto nel mondo della Nfl ma anche della Nba”.

L’ex campione di football americano ha parlato poi di cosa può apportare al club giuliano: “Tre cose. Innanzitutto la mentalità per lo sviluppo e la crescita dei giocatori. La Nfl è molto competitiva, per reggere quella scena va curato ogni dettaglio. Servono costanza e consistenza. Secondo fattore: il modo di vivere l'arena, l'impianto dove si gioca. Negli Stati Uniti una struttura così vive ogni stagione di ogni anno, senza pause, in sintonia con la città. Terzo fattore: il bilanciamento tra quantità e qualità nella valutazione di un atleta. La tecnologia offre la possibilità di disporre di dati particolari sulle prestazioni dei giocatori in partita e in allenamento. Sono elementi estremamente utili e negli Usa ci sono strumenti all'avanguardia. Ma non bastano se non vengono bilanciati con il rapporto umano e con il dialogo tra staff e singolo giocatore”.

Quali correttivi si possono apportare alla società triestina? “C'è stato un lungo percorso, le due diligence prima di acquisire la proprietà del club è durata 8 mesi. Abbiamo visto che tutto ciò che ci era stato presentato ha trovato riscontro nella realtà. Questa città ama il basket. Uno dei nostri obiettivi è essere sempre meglio connessi con lo staff, i tifosi e Trieste. Abbiamo molto ancora da imparare ma abbiamo anche molto da dare e poter portare mentalità ed esperienza manageriale Usa può dare solo benefici".

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