Di Matteo Puzzuoli
Accanto a Corey Davis, la Pallacanestro Trieste ha rimpolpato il proprio reparto esterni con due americani dallo spiccato senso del canestro. Se il confermato playmaker con il numero 5 ha viaggiato la scorsa stagione a 11.2 punti a partita e il neoarrivato Frank Gaines si è attestato a 15.5 punti di media nelle 77 partite disputate in cinque precedenti avventure in Serie A, neanche il rookie Frank Bartley IV è da meno.
Nelle tre precedenti esperienze europee in Spagna, Germania e Israele, il nativo di Baton Rouge (Louisiana) ha siglato 15.7 punti a partita e il campionato italiano sarà il suo vero banco di prova. Il suo istinto da realizzatore puro è cominciato ad emergere nell’ultimo biennio al college, quando è passato dai Cougars della Brigham Young University ai Ragin’ Cajuns di Louisiana at Lafayette, in cui completa stagioni da 15.3 e 17.8 punti a partita, diventando il go-to-guy della squadra. Bartley è sempre stato dotato di una possente parte superiore del corpo ma in generale anche all’università ha dimostrato un repertorio pressoché completo dal punto di vista individuale.
Non venendo scelto al Draft NBA 2018, la scalata nel professionismo inizia con i Saint John Riptide, nel poco competitivo campionato canadese. Anche qui le retine dei canestri stracciate sono innumerevoli, tutto l’attacco pende dalle sue giocate e lui risponde siglando 19.3 punti, 5.2 rimbalzi e 3.2 assist di media. Continuando sia la NBA che la G-League a voltargli le spalle, Bartley decide che è arrivato il momento di prendersi le proprie responsabilità e varcare l’oceano per tentare un’avventura europea. Tutto inizia al Real Valladolid nella LEB Oro, la seconda lega spagnola, dove domina in modo incontrastato siglando oltre 16 punti a partita e soprattutto guidando la squadra alla promozione (poi rinunciata per assenza di requisiti economici).
Sempre più sicuro dei propri mezzi, opta quindi per salire ulteriormente di livello ed è il Medi Bayreuth ad affidargli le chiavi della squadra nell’estate 2020. Nella BBL tedesca, Bartley dimostra ancora una volta di poterci stare eccome in questi palcoscenici, mettendo a referto 14.3 punti, 2.7 rimbalzi e 2.4 assist, fallendo però l’obiettivo di raggiungere i playoff nazionali. Anche nell’ultima tappa prima dell’approdo a Trieste, ossia in Israele all’Ironi Ness Ziona (dopo un brevissimo stop ai Bakken Bears danesi), l’americano ha confermato tutte le sue qualità e debuttando anche in FIBA Europe Cup.
Ora, sotto la guida di coach Legovich e con 28 primavere alle spalle, Bartley è pronto a compiere forse il più importante salto di qualità, dato il maggiore livello della Lega Basket Serie A e i compagni di reparto dal quantomeno simile talento offensivo. In particolare, sarà interessante vedere l’equilibrio tra Bartley e il super veterano Frank Gaines, uno che in Italia ha già dimostrato di essere difficilmente arginabile da tutte le distanze grazie alla sua mortifera mano mancina. A differenza di quest’ultimo e a parità di altezza (191 cm), il nativo di Baton Rouge è 7 chili più pesante ed ha maggiori abilità in penetrazione, soprattutto considerando la sottovalutata capacità nel concludere abilmente sia di destro che di sinistro. Giocando molti pick and roll (che possono partire da un consegnato o direttamente dal palleggio in punta), Bartley sfrutta la rapidità del primo passo per tenere il difensore dietro le spalle, passando con aggressività sul blocco e conseguentemente sfruttando il vantaggio al ferro. Considerate le qualità da rollante di Skylar Spencer, l’esterno americano dovrà perfezionare le abilità di passaggio – soprattutto pocket pass e alley-oop – per migliorare le spaziature nelle aree avversarie. A differenza delle precedenti esperienze in giro per il mondo, infatti, Bartley dovrà abituarsi all’organizzazione sopra la media delle difese delle squadre italiane, brave a collassare in area e a portare molto bene aiuti di ogni tipo da lato forte e debole. Ciò che rende comunque intrigante il fit con Davis e Gaines è la capacità di tutti questi tre americani di essere pericolosi catch and shoot; le cifre in carriera di Bartley non sono mai state eccellenti (34% il top, registrato nell’annata canadese) ma ciò è dovuto anche al fatto che, nelle precedenti esperienze, era sempre il primo, secondo e terzo creatore della squadra. Perciò, vedendosi costretto a forzare molti tiri dal palleggio con il difensore addosso, era fisiologico che avesse quelle percentuali.
Nelle situazioni di pick and roll, chi lo marcherà passerà di sicuro sotto al blocco per cercare di coprire le sue potenti penetrazioni. Ma, considerando le attenzioni che gli avversari dovranno riporre su altri tiratori importanti come Davis e soprattutto Gaines e Campogrande, non è detto che questa scelta sia svantaggiosa per Trieste. Bartley ha una meccanica di tiro non molto naturale, sempre più fluida ma forse non velocissima soprattutto dal palleggio. Sicuramente lo staff tecnico giuliano dovrà lavorare nel corso della stagione per migliorare individualmente la rapidità della raccolta della sfera dal palleggio e rendere più immediata la “spezzata” finale con il polso. Al contrario, invece, quando non deve mettere palla per terra, Bartley diventa molto più preciso e rapido nell’eseguire il movimento. Queste sottigliezze potranno fare molta differenza per l’attacco di Trieste, a maggior ragione considerando la forte trazione posteriore della formazione allenata da coach Legovich.
In difesa, Bartley è un gran bel jolly da poter utilizzare contro playmaker, guardie e anche ali piccole avversarie. Ha braccia lunghe, potenza nella parte superiore del corpo e anche una buona attitudine soprattutto in marcatura sulla palla. Come anche per gli altri aspetti del Gioco già sottolineati, Trieste e la Serie A lo testeranno in sistemi difensivi più organizzati in cui la difesa off the ball e dal lato debole è più importante di quanto lo sia negli altri campionati in cui ha giocato.
Insomma, tantissima carne al fuoco, un americano pronto a spiccare definitivamente il volo in una Pallacanestro Trieste da guardare con grande interesse.