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Dolomiti Energia Trentino, l’analisi di Molin: “A questo gruppo è mancata voglia di sfida. Per il futuro ricostruire un gruppo di italiani che rappresenti lo spirito dell’Aquila”

L’allenatore bianconero ha parlato sul “Corriere del Trentino”

Dolomiti Energia Trentino, l’analisi di Molin: “A questo gruppo è mancata voglia di sfida. Per il futuro ricostruire un gruppo di italiani che rappresenti lo spirito dell’Aquila”

“Nei mesi scorsi sono stato io a chiedere ai miei dirigenti se fossero sicuri di quello che stavano facendo a proposito della mia posizione”, debutta così coach Emanuele Molin nell’intervista rilasciata a Stefano Frigo sul “Corriere del Trentino”.

L’allenatore della Dolomiti Energia ha analizzato ciò che non è andato come previsto in quest’annata: “Le motivazioni sono ovviamente tante e diverse tra loro. Partirei intanto da un dato di fatto: rispetto al recente passato ora in Serie A abbiamo due top team come Olimpia Milano e Virtus Bologna e un gruppetto di quattro realtà come Brescia, Venezia, Tortona e Sassari che possono contare su budget di livello. Poi un grande equilibrio, per tutte le altre dare continuità è molto complicato e dopo una buona stagione si corre il rischio concreto di essere "saccheggiati". Detto ciò abbiamo anche responsabilità più specifiche. Di sicuro da parte nostra èmancata la capacità di trovare la chiave giusta per entrare nella testa di ognuno dei giocatori, sin dal primo momento al mio staff ho detto che il gruppo, rispetto a quelli passati, non aveva la stessa voglia di sfida”.

“Più che deluso sono due gli aspetti che mi hanno frustrato e parecchio”, prosegue Molin, “Per come intendo io la pallacanestro direi che sono rimasto soddisfatto del gioco espresso in non più di due o tre occasioni su cinquanta partite. Si lavora, si dà il massimo per provare a concretizzarli, è necessario per tutto l'ambiente rilanciare un'illusione, un sogno. Detto ciò sono consapevole di trovarmi in un club unico nel panorama nazionale e forse europeo”.

Un obiettivo per la prossima stagione? “Sarebbe facile rispondere playoff, invece preferisco tornare al concetto che bisogna ricostruire un gruppo di italiani che possa rappresentare l'identità e lo spirito del l'Aquila".

Alcuni nomi da cui ripartire sono già stati delineati: "Toto Forray è l'Aquila, Luca Conti è diventato un giocatore e non è più una scommessa. Ora lo metto in campo perché è un valore aggiunto per la squadra non più perché è un giovane che deve giocare. La differenza è sostanziale. Indubbiamente quest'anno è servito per capire con che tipo di linea verde avevamo a che fare e le risposte sono arrivate, sia quelle positive sia quelle negative. Proprio seguendo il concetto di continuità posso dire che di Cameron Reynolds e Desonta Bradford non boccerei il tutto. Anzi. Vedremo che margini ci saranno”.

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