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La scheda - Michael Cobbins: L’uomo delle piccole cose nella Germani Brescia

Il pivot americano è alla sua prima esperienza in Italia

La scheda - Michael Cobbins: L’uomo delle piccole cose nella Germani Brescia

Di Mikhail Laurenza

La ricerca dei giocatori per la costruzione di una squadra dipende da una quantità infinita di fattori in cui le statistiche individuali rappresentano solamente uno dei numerosi pezzi di un mosaico che la dirigenza prima e l'allenatore poi dovranno incastrare perfettamente. L'energia, la dedizione in allenamento, l'attitudine, la qualità dei movimenti senza palla, la corrispondenza delle proprie caratteristiche con quelle dei compagni, la capacità di lettura offensiva e difensiva, il posizionamento e tanti altri aspetti che non finisco a referto sono ciò che scout e general manager tengono in grande considerazione nella composizione del roster: gli americani li chiamano intangibles, non tangibili, qualità che non possono essere trascritte su una tabella Excel ma che rendono un giocatore imprescindibile tanto quanto un realizzatore letale, un rimbalzista fenomenale o un assistman di livello assoluto. La Germani Brescia di coach Magro, protagonista di una serie aperta di dodici vittorie consecutive - una delle squadre più divertenti del campionato per corsa, intensità e gioco in transizione - annovera a roster un giocatore che possiede tutte queste caratteristiche, il collante perfetto per un attacco spettacolare: il suo nome è Michael Cobbins.

DIFESA, RIMBALZO, APERTURA, CORSA

Potrebbe sembrare un paradosso, quasi un ossimoro, quello di avere come fulcro di un gioco fatto di transizione e tiro da fuori un lungo che non si è ancora preso una singola tripla in stagione, ma le peculiarità fisiche, tecniche e atletiche di Cobbins sono perfette per il credo di coach Magro: le parole chiave sono difesa, rimbalzo, apertura e corsa. Tutto parte dalla capacità dell'ex Maccabi Haifa di difendere in drop sulle situazioni di pick 'n' roll avversario, in cui la lunghezza delle sue braccia e l'abilità nel temporeggiare sconsigliano l'esterno sia a provare ad arrivare fino al ferro che a tentare un palleggio arresto e tiro. Un'azione di questo tipo scaturisce spesso e volentieri in un errore al tiro o in un recupero che permette alla Germani di ribaltare velocemente il fronte; la scelta dell'allenatore biancoblu in questi casi è di mandare a rimbalzo il solo Cobbins, rapidissimo ad aprire al suo playmaker, e di far partire le altre quattro frecce in contropiede - non è una casualità che Brescia sia quinta per pace (73.7), terza per offensive rating (114.9) e terza per defensive rating (106.7) - ed è in questo caso che la velocità del numero 20 nell'arrivare al ferro opposto si rivela decisiva: il lungo avversario è quasi sempre in ritardo e la difesa si ritrova a dover difendere in quattro contro cinque, condannata a scegliere se coprire il taglio di Cobbins oppure fermare bocche da fuoco come Della Valle, Mitrou-Long, Gabriel o Petrucelli. Nessun paradosso o ossimoro quindi: Michael Cobbins è il giocatore perfetto per una squadra che ad oggi è quarta per triple tentate è percentuale dall'arco.

BLOCCARE, RIMANERE ATTIVI

 

L'efficacia del mancino da Amarillo, Texas non si esaurisce di certo in situazioni di campo aperto ma torna buona anche quando Brescia si trova di fronte una difesa schierata: in questo caso le parole d'ordine sono attività e qualità dei blocchi. Michael Cobbins è una dinamo inesauribile di energia a cui unisce capacità di lettura senza palla che hanno in pochissimi nel suo ruolo: in mezzo secondo riesce ad intuire il posizionamento del suo difensore e di quello del compagno di squadra e con la conseguenza che l'esecuzione del blocco sarà sempre differente a seconda del contesto. L'intesa con Mitrou-Long e Laquintana fa sì che i due trovino il tiro più comodo possibile: se con il canadese la prima opzione è quella del flare, ovvero fingere il blocco e tagliare velocemente a canestro - l'ex Utah predilige infatti attaccare dalla parte opposta al blocco mandando fuori equilibrio il difensore - con il pugliese la soluzione migliore è quella di bloccare forte e attendere il taglio fino all'ultimo per consentirgli di prendersi uno dei suoi prediletti palleggio, arresto e tiro dalla media. Rimanere in visione è un'altra delle qualità straordinarie di Cobbins: dopo il taglio fornisce sempre una linea di passaggio ai propri esterni che sono così in grado di servirlo a pochi centimetri dal canestro: il 74,4% all'interno del pitturato lo rende il migliore di tutta la Serie A per percentuale da 2 punti.

DUE NUMERI

Come detto in apertura, gli intangibles sono per definizione non quantificabili, ma l'attività e le piccole cose messe in mostra da Cobbins ogni sera sul parquet possono essere inquadrate in due numeri strettamente legati fra di loro, che sono +3.1 e +15.7: il primo è quello relativo al plus minus - Brescia è terza in questa statistica e gran parte del merito è proprio del centro USA - mentre il secondo indica il net rating individuale, che non è mai stato così alto nella sua carriera. Alessandro Magro in questa stagione si sta dimostrando un sarto di alta moda, capace di disegnare, tagliare e cucire su Michael Cobbins un vestito che ha portato una Germani claudicante a inizio anno nelle zone altissime della classifica. L'intuizione di far partire l'americano come sesto uomo tattico dopo le prime sei partite ha cambiato in modo estremamente positivo il corso della stagione, perché nei finali di partita l'allenatore toscano si ritrova spesso un giocatore performante con tanta energia ancora nel serbatoio e con pochi problemi di fallì.

QUALCOSA DA MIGLIORARE

Resta ovviamente una parte del suo gioco su cui l'americano dovrà concentrare il suo lavoro, ed è quella relativa ai tiri liberi: più si avvicineranno i playoff, meno gli avversari tenderanno, in virtù dell'estrema efficacia nel pitturato, a concedergli di appoggiare due punti facili sfruttando l'opzione del fallo sistematico per mandarlo in lunetta. È proprio il 57,8% dalla linea della carità la nota stonata di un atleta che in ogni caso durante la sua carriera ha dimostrato di essere un lavoratore eccezionale: dovesse alzarsi quel numero allora non sarà da scartare l'ipotesi di una Brescia assolutamente protagonista anche nella seconda metà di maggio.

Nel frattempo, Michael continua ad andare a rimbalzo, a bloccare, schiacciare, a non fermarsi mai: sono le piccole cose quelle che fanno diventare grandi.

 

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