A Giuseppe Sciascia su “La Prealpina”, Johan Roijakkers racconta il suo basket e le modifiche apportate all’Openjobmetis Varese dal suo arrivo: “Ho cercato di semplificare le cose, riducendo le situazioni di gioco per concentrarmi sulla difesa. E ho considerato tutti i giocatori allo stesso livello, cosa che ha rigenerato molti elementi. Poi a poco a poco abbiamo inserito le mie idee: non siamo ancora perfetti, ma i ragazzi hanno trovato il modo per vincere. Dove potremo arrivare? Non guardo la classifica e mi concentro sul miglioramento della squadra, che la disponibilità di questo gruppo rende possibile”.
La filosofia del coach olandese precede un approccio ‘democratico’; gioca chi si allena e difende: “È quello che ho sempre fatto durante la mia carriera: crea un ottimo ambiente, la chimica è migliore ed alza il livello degli allenamenti, perchè i giocatori sanno di dover dimostrare qualcosa ogni giorno. La cosa fondamentale è l'energia: è il motivo per cui ragazzi come Librizzi e Virginio, che non avevano mai giocato, ora hanno spazio. L'importante è mettere sempre in campo il 100 per cento dell'energia: potremo anche perdere delle partite come ci è capitato con la Virtus, ma se avremo dato tutto, la gente ci applaudirà egualmente. Sono però convinto che giocando con questa intensità vinceremo ancora diverse partite”.
Sulla possibilità di costruire qualcosa di duratura a Varese, Roijakkers ha risposto così: “Ogni allenatore ha il suo stile, e la società ha gradito il mio quando mi ha scelto. Finora ha funzionato tutto nel migliore dei modi, e penso che si possa fare ancora meglio, vedremo se mi lasceranno la libertà di operare secondo le mie idee. Il sistema richede un certo tipo di giocatori: molti di quelli attuali sono adatti, ma tutto cambia nel costruire una squadra dall'inizio. Non mi servono lunghi statici che giocano spalle a canestro, o playmaker non in grado di pressare a tutto campo. La squadra deve essere veloce di testa e di gambe: preferisco una scelta rapida sbagliata ad una cattiva decisione lenta”.