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Achille Polonara in vista di Milano-Fenerbahçe: “Sarà una partita combattuta. A Istanbul ho trovato la mia comfort zone”

Il lungo azzurro è stato intervistato su "La Gazzetta dello Sport"

Achille Polonara in vista di Milano-Fenerbahçe: “Sarà una partita combattuta. A Istanbul ho trovato la mia comfort zone”

Achille Polonara torna in Italia, almeno per una sera. Il suo Fenerbahçe, infatti, sarà ospite giovedì sera dell’A|X Armani Exchange Milano durante il Round 25 di Eurolega e, per l’occasione, il lungo marchigiano ha concesso un’intervista ad Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport”, raccontando in primis della decisione di andare a giocare all’estero: “È stata una scelta mia, con Sassari avevo rinnovato per altri due anni quando nell’estate 2019 mi è arrivata l’offerta di Vitoria. Non smetterò mai di ringraziare il presidente Sardara e coach Pozzecco per avermi concesso di sfruttare l’occasione della carriera. In Spagna e qui a Istanbul ho trovato la mia ‘comfort zone’, cioè organizzazioni di alto livello che mi hanno permesso di esprimermi al meglio. La teoria che nel campionato italiano gli italiani sono comodi non mi appartiene. Al contrario credo che la maggior parte non siano valorizzati”.

Poi un aneddoto sul suo coach al Fener, Sasha Djordjevic, che lo chiama “AKiller”: “Mi piace questo soprannome. Non sono però un ‘buzzer beater’, il giocatore che segna il canestro decisivo sulla sirena. Ma ho giocato bene diversi finali caldi in passato. E qualcuno anche ultimamente. Da quando Sasha mi chiama così porta bene”.

Contro l’Olimpia stasera sarà un esame per il Fener: “Abbiamo bisogno di una vittoria esterna pesante per entrare definitivamente nella zona playoff. Loro sono forti ma noi stiamo bene. Sarà una partita combattuta”.

Infine, una battuta anche sul capitolo Nazionale e sulla possibilità di vedere Paolo Banchero nelle fila azzurre: “Non l’ho mai visto giocare, leggo che tutti ne parlano bene. Se potrà venire in azzurro per aiutarci a vincere le partite lo accoglieremo a braccia aperte. Non devo comunque difendere il ruolo da titolare contro di lui, mi basta essere nei 12. Il mio orgoglio più grande”.

 

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