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Openjobmetis, alla scoperta di Roijakkers: “Allenare è la mia vocazione. Varese? Città dalla storia cestistica incredibile”

L’allenatore olandese protagonista della risalita è stato intervistato su Tuttosport

Openjobmetis, alla scoperta di Roijakkers: “Allenare è la mia vocazione. Varese? Città dalla storia cestistica incredibile”

Reduce da tre vittorie consecutive, l’Openjobmetis Varese continua a sperare nella salvezza grazie anche all’arrivo di Johan Roijakkers, coach olandese che spiega così i successi recenti, intervistato da Piero Guerrini su “Tuttosport”: “A pensarci è pazzesco, vero? Ancor più perché due sono state contro una squa­dra di Eurocup come Tren­to. Ma al momento non ho cambiato praticamente nul­la del sistema. Con lo staff ho semplicemente tolto, sem­plificato i giochi. Per me "less is more". Abbiamo concen­trato l'attenzione su difesa e rimbalzi, aumentato l'ag­gressività. Non siamo una squadra difensiva, c'è molto da lavorare, ma più energia è fondamentale. Ora inizio a mettere qualcosa di ciò che mi piace, ma con calma”.

Poi Roijakkers ha raccontato delle sue origini e della larga diffusione del calcio pure in Olanda: “È vero, del resto anche noi pensiamo al calcio, siamo tutti appassionati. Io tifo Psv Eindhoven da quando ero bambino, ho l'abbonamen­to e dopo l'esonero andavo a tutte le partite e grazie a un mio amico ho anche cono­sciuto e chiacchierato a lun­go con il loro direttore spor­tivo. Ho cominciato però con il basket perché porta­to in palestra da miei amici e mi è piaciuto subito. Gioca­vo nel Bree in Belgio, ma ho iniziato presto ad allenare lì, come assistente alle giovani­li. Non ho smesso di studia­re, mi sono laureato in bu­siness administration, ma la mia vocazione era allena­re. E un passo alla volta sono arrivato qui, passando dalla Slovacchia e dalla Germa­nia. Ovviamente, in quan­to olandese, c'è sempre un certo scetticismo intorno a te, allora devi lavorare il dop­pio, sempre dimostrare qual­cosa per abbattere il muro".

Infine, una battuta anche riguardo gli obiettivi futuri: “Varese ha una storia incredibile, la città è in­teressata al basket. E la Serie A è un campionato tosto. Poi mi piace la mentalità dei gio­catori italiani, da De Nicolao a Ferrero, tutti sono entusia­sti e duri. Obiettivi? Più che a ragionare in ter­mini di vittorie, io bado a come si gioca, all'esecuzio­ne di qualità. Se si gioca nel modo giusto, le vittorie sono conseguenze. Lo dice Larry Brown? Lo pensiamo tutti, credo”.

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