Dopo la grande prestazione da 21 punti contro l’A|X Armani Exchange Milano di domenica, Matteo Tambone si è raccontato a tutto tondo a Elisabetta Ferri sul “Corriere dello Sport”, partendo dall’annata 2012/13, quando Marco Calvani lo portò tra i dodici della Virtus Roma capace di raggiungere la finale Scudetto: "A fine stagione però le strade di Calvani e della Virtus si divisero, le idee non erano chiare ed io non vedevo grande interesse nei miei confronti. Di passare un altro campionato seduto non mi andava, così scelsi di scendere di categoria approdando a Ravenna, in A2, dove mi sono trovato bene e dove ho messo le basi della mia carriera”.
Tambone è comunque soddisfatto del cammino fatto sinora da professionista: “Non mi ha mai chiamato un grande club? Se parliamo di risorse economiche, forse. Ma nelle due piazze nelle quali ho giocato in serie A, la pallacanestro è qualcosa di veramente speciale: sia Varese che Pesaro hanno una grande tradizione, hanno vinto dei titoli e il basket va per la maggiore, la gente lo segue più del calcio. Perciò un cestista si sente un privilegiato a vivere in queste realtà, qui ti fanno sentire importante e io lo trovo bellissimo".
Il romano è conscio poi del suo ruolo in questa Carpegna Prosciutto: “Non mi sono mai sentito sminuito finora perché segnavo poco, so che lo posso fare ma sono a disposizione per arrivare all'obiettivo che è quello di vincere. Banchi quando è arrivato mi ha chiesto soprattutto un sacrificio difensivo. Poi è arrivato il Covid e alcuni compagni sono usciti dalla quarantena senza forze, come Lamb, che finora era sempre andato in doppia cifra. Così contro l'Armani mi sono preso le mie responsabilità anche in attacco”.
Infine, Tambone ha raccontato dei suoi studi e di una grande passione: "A Varese mi ero iscritto a Scienze Motorie, ma poi ho mollato. Avessi saputo che sarei andato a giocare a Pesaro, dato che a Urbino c'è l'università, magari avrei tenuto duro! Mi piace molto cucinare. Sono un esperto di piatti romani: con il cacio e pepe e la mia carbonara faccio impazzire i compagni di squadra americani".