Eugenio Dalmasson al gioco dei numeri non si presta. Il coach dell'Allianz Pallacanestro Trieste, a casa a Mestre, non si fa tentare dal dibattito sulla formula per il campionato che verrà. E rilancia chiedendo rigore.
La sospensione del campionato era scontata ed è arrivata.
"La scelta più sensata. Si è dovuto attendere perchè le società chiedevano che la responsabilità venisse condivisa con Federazione e governo. Ma paradossalmente chiudere la stagione era la mossa più facile. Il problema nasce adesso".
Impostare il futuro. Già si discute su quante squadre far partecipare. L'unica certezza è la volontà di istituire un campionato con un numero di squadre pari.
"Mi sembra ovvia come esigenza. Ma prima di parlare di numeri sarebbe il caso di fare davvero chiarezza. Facciamo i conti in tasca a tutti e definiamo chi sarà in grado di sostenere un campionato. Impensabile in queste condizioni pretendere di cominciare con realtà a rischio. Accertiamoci che non ci siano pendenze, che gli stipendi siano stati corrisposti, che non ci siano zone d'ombra. Quando avremo fatto un esame rigoroso sullo stato economico dei club avremo un numero di partenza. E solo a quel punto si potrà discutere se allargare o meno. E, intendiamoci, i conti in tasca vanno fatti a tutti, anche nelle serie inferiori".
Trieste sta lavorando su quella che il presidente Ghiacci definisce la "messa in sicurezza".
"E fa benissimo. Non ho bisogno di ricordare quante sono state le estati nella storia societaria affrontate con il nodo in gola, andando a chiedere aiuto al sindaco, sperando in abboccamenti e contatti, senza certezze sul budget. L'anno scorso siamo partiti pieni di incertezze sul futuro. Con uno sponsor importante e il lavoro svolto dalla società possiamo dire che noi nella prossima serie A ci saremo, indipendentemente dal numero delle squadre. Trieste ci sarà."
Peccato che l'emergenza coronavirus comporti enormi dubbi sulla possibilità di aprire le porte dei Palasport al pubblico per l'inizio del campionato.
"Dovremo sempre adeguarnodo in gola, andando a chiedere aiuto al sindaco, sperando in abboccamenti e contatti, senza certezze sul budget. L'anno scorso siamo partiti pieni di incertezze sul futuro. Con uno sponsor importante e il lavoro svolto dalla società possiamo dire che noi nella prossima serie A ci saremo, indipendentemente dal numero delle squadre. Trieste ci sarà. Peccato che l'emergenza coronavirus comporti enormi dubbi sulla possibilità di aprire le porte dei Palasport al pubblico per l'inizio del campionato. Dovremo sempre adeguarci alle direttive sanitarie. In questo momento mi pare che tutti tendano a escludere la possibilità di aprire gli impianti a breve. Si potrebbe procedere a step, magari iniziare a porte chiuse e poi aprire alcuni settori, gestendo l'afflusso. Certo, siamo tutti d'accordo che il basket è uno sport che vive del rapporto con il pubblico. Giocare senza i tifosi non è la stessa cosa, lo abbiamo sperimentato nel match contro Pistoia, pur vincendo".
Il dibattito verte anche sul numero degli stranieri. C'è chi spinge per una forte riduzione.
"Ma le grandi società che partecipano alle coppe europee non possono sacrificarsi. Per essere competitivi in Europa gli stranieri servono. Starà a ogni società fare le scelte più consone alle proprie possibilità. Ridurre drasticamente il numero significherebbe un salto indietro nel tempo. Si può bloccare il limite dei 5 stranieri, escludendo la chance del 6+6, con elasticità nel numero dei tesseramenti per chi gioca in Europa".
Con Ghiacci avete già affrontato il tema del futuro? Ci sono contratti già in corso: il suo, lo staff, Fernandez, Cervi, Da Ros, Peric, Baldasso, Deangeli, Schina aveva lo status giovane...In scadenza di contratto Cavaliero e capitan Coronica. E ci sono le prime voci di mercato, come quella sul baby Casarin da Venezia.
"Io ho un 1+1 ma in questo periodo non ne abbiamo mai parlato. Prima si pensa a tirare una riga su questa stagione e poi ci si trova attorno a un tavolo. Il mio caso è come gli altri. Non sappiamo come cambierà il basket, con quali regole d'ingaggio, quali saranno le agevolazioni alle società e di conseguenza con quali budget dovranno misurarsi. Qualsiasi ragionamento è prematuro. Figuriamoci, quindi, le mosse di mercato. Casarin junior? Bel giocatore, conosco l'ambiente di Venezia e ho allenato suo padre. Ma coincidenze o rapporti di amicizia non significano che sia stata avviata una trattativa. Ripeto: prima chiariamo i conti di tutti, e poi pensiamo al campionato che verrà".
Roberto Degrassi