PER l´onore, ma non solo. La Skipper chiude stasera (ore 20.30, diretta Tele+ nero) la Top 16 d´Euroleague con la Benetton, aggrappata a una minima speranziella e soprattutto con tanta voglia di far vedere che ha comunque un telaio forte per reggere fino in fondo. Ancora fuori Basile e Pilutti: il primo sta recuperando e potrebbe andare a referto domenica a Pesaro, Pilu dovrebbe tornare in gruppo dalla prossima settimana.
E´ una «Mission Impossible» per l´Aquila, nella notte in cui dovrebbe vincere di 30 punti e forse non basterebbe: e nella notte in cui, collegando i tre campi di Bologna, Barcellona e Vitoria, e saltando da uno all´altro, Tele+ renderà un servizio impagabile a questa volata per la Final Four piena di thriller. La Fortitudo pare aver ritrovato sostanza e fiducia, dopo la tempesta del mese passato, e adesso vorrebbe tirar fuori quaranta minuti degni: di fronte a Treviso, che deve vincere per qualificarsi (e trovare la Kinder), sono sempre un bel test, molto probante, e sentito, per il futuro prossimo.
Anche se la vigilia al PalaDozza è stata placida, pochi comunque hanno avuto voglia di parlarne, convinti che sia meglio tacere e aspettare. Savic, che pian piano si sta risollevando dai problemi di artrite alle ginocchia, è certo che ci sia un segnale importante da dare. «Con loro per ora siamo 0-2, un paio di gare perse di poco. Dobbiamo fargli capire che qua non si vince: delle prossime 4 gare, tutte molto importanti, la metà le faremo con Treviso, e sarà meglio farle bene. Sento che c´è tensione, quella che prediligo: se si è troppo rilassati non si fa mai bene».
Un po´ della verve è causata dal pepe ancora vivo per le dichiarazioni di Seragnoli? «Il proprietario ha fatto bene a parlare: un conto è se perdi di 5, un conto di 30. Ma la squadra è unita. Comunque darne 30 a Treviso sarà davvero durissima, sperando pure che la Scavolini faccia l´impresa. La vedo molto difficile, bisognerà vedere come arriveremo all´ultimo quarto: se saremo riusciti a ottenere un vantaggio buono, si potrebbe anche tentare... ma il nostro obiettivo attuale rimane solo vincere bene. Tanto ci basta».
Coach Boniciolli crede nella forza morale della squadra. «Siamo persone serie e voglio fugare i dubbi che ho sentito in giro: giocheremo con l´obiettivo di vincere con il maggior scarto possibile, tentando fino all´ultimo quello che la speranza ancora ci concede. Fare una grande partita significherebbe mettere un mattone importante in prospettiva campionato, aumenterebbe credibilità e convinzione e potrebbe creare più pressione alla Benetton. Stiamo ritrovando la condizione, ma non bisogna dimenticare che Treviso in queste settimane ha fatto un ulteriore salto di qualità. La mia preoccupazione è di riuscire a distribuire le energie su un numero di giocatori limitato».
Tutti temono Tyus Edney, che con la palla in mano sembra in grado di poter fare quello che vuole. «Dovremo cercare di frenare la velocità di esecuzione offensiva della Benetton: il tema è quello solito, tentare di limitare Edney o concentrarci sugli altri. Credo sia meglio propendere per la seconda strada, Edney si limita da solo se incappa in una giornata no. Lui è un creativo ed è proprio grazie alle sue iniziative che si innescano le grandi qualità offensive dei compagni».
Francesco Forni
E´ una «Mission Impossible» per l´Aquila, nella notte in cui dovrebbe vincere di 30 punti e forse non basterebbe: e nella notte in cui, collegando i tre campi di Bologna, Barcellona e Vitoria, e saltando da uno all´altro, Tele+ renderà un servizio impagabile a questa volata per la Final Four piena di thriller. La Fortitudo pare aver ritrovato sostanza e fiducia, dopo la tempesta del mese passato, e adesso vorrebbe tirar fuori quaranta minuti degni: di fronte a Treviso, che deve vincere per qualificarsi (e trovare la Kinder), sono sempre un bel test, molto probante, e sentito, per il futuro prossimo.
Anche se la vigilia al PalaDozza è stata placida, pochi comunque hanno avuto voglia di parlarne, convinti che sia meglio tacere e aspettare. Savic, che pian piano si sta risollevando dai problemi di artrite alle ginocchia, è certo che ci sia un segnale importante da dare. «Con loro per ora siamo 0-2, un paio di gare perse di poco. Dobbiamo fargli capire che qua non si vince: delle prossime 4 gare, tutte molto importanti, la metà le faremo con Treviso, e sarà meglio farle bene. Sento che c´è tensione, quella che prediligo: se si è troppo rilassati non si fa mai bene».
Un po´ della verve è causata dal pepe ancora vivo per le dichiarazioni di Seragnoli? «Il proprietario ha fatto bene a parlare: un conto è se perdi di 5, un conto di 30. Ma la squadra è unita. Comunque darne 30 a Treviso sarà davvero durissima, sperando pure che la Scavolini faccia l´impresa. La vedo molto difficile, bisognerà vedere come arriveremo all´ultimo quarto: se saremo riusciti a ottenere un vantaggio buono, si potrebbe anche tentare... ma il nostro obiettivo attuale rimane solo vincere bene. Tanto ci basta».
Coach Boniciolli crede nella forza morale della squadra. «Siamo persone serie e voglio fugare i dubbi che ho sentito in giro: giocheremo con l´obiettivo di vincere con il maggior scarto possibile, tentando fino all´ultimo quello che la speranza ancora ci concede. Fare una grande partita significherebbe mettere un mattone importante in prospettiva campionato, aumenterebbe credibilità e convinzione e potrebbe creare più pressione alla Benetton. Stiamo ritrovando la condizione, ma non bisogna dimenticare che Treviso in queste settimane ha fatto un ulteriore salto di qualità. La mia preoccupazione è di riuscire a distribuire le energie su un numero di giocatori limitato».
Tutti temono Tyus Edney, che con la palla in mano sembra in grado di poter fare quello che vuole. «Dovremo cercare di frenare la velocità di esecuzione offensiva della Benetton: il tema è quello solito, tentare di limitare Edney o concentrarci sugli altri. Credo sia meglio propendere per la seconda strada, Edney si limita da solo se incappa in una giornata no. Lui è un creativo ed è proprio grazie alle sue iniziative che si innescano le grandi qualità offensive dei compagni».
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica